Sistema Alfieri, indagini partite da multe ‘fantasma’ nel Cilento
| di RedazioneDue inchieste parallele e indagini ancora in corso tracciano un quadro complesso di presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti pubblici che coinvolgono Franco Alfieri, ex sindaco di Capaccio Paestum e Agropoli, e altri funzionari pubblici. La Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, ha ipotizzato l’esistenza di un vero e proprio “sistema” volto a manipolare gare pubbliche, un’accusa che si estende ad una rete di politici e amministratori locali.
L’origine delle indagini
Le prime ombre su Franco Alfieri, esponente di spicco del Partito Democratico salernitano, si sono allungate nell’ottobre 2023. L’inchiesta nasce da esposti che denunciavano la sparizione di multe stradali nella cittadina di Agropoli, episodi avvenuti durante gli ultimi anni del suo mandato come sindaco. Queste segnalazioni hanno dato il via ad accertamenti che, secondo la Procura, hanno rivelato elementi ben più gravi: un’associazione a delinquere finalizzata a condizionare gli appalti pubblici.
Le accuse della Procura
I pubblici ministeri Alessandro Di Vico e Stefania Faiella hanno contestato a Franco Alfieri e agli altri indagati l’utilizzo di pratiche illecite per truccare gare d’appalto, come quella per la pubblica illuminazione a Capaccio Paestum. Le intercettazioni, inizialmente autorizzate per indagare sulla sparizione di verbali relativi al Codice della strada, hanno permesso di raccogliere prove che, secondo l’accusa, mostrano un modus operandi consolidato per aggirare le regole negli appalti.
La vicenda delle multe scomparse
Un punto cruciale dell’inchiesta riguarda le multe stradali annullate durante l’ultimo periodo del mandato di Alfieri ad Agropoli. Nel 2023, il comandante della polizia municipale, Antonio Rinaldi, ha pubblicato un elenco di 1.582 sanzioni, per un valore complessivo di oltre 630 mila euro, che erano state eliminate senza giustificazioni valide. Successive verifiche hanno rivelato che il numero reale delle multe annullate o mai notificate superava quota 6.000, con un mancato incasso per il Comune stimato in oltre 2 milioni di euro.
Queste cancellazioni erano state disposte, secondo la documentazione, dal precedente comandante della polizia municipale. Una procedura definita irregolare e anomala dal nuovo corso amministrativo. Per riparare al danno, la società incaricata del recupero crediti, Gamma Tributi, è stata autorizzata a riattivare le procedure per la riscossione coattiva delle somme non versate.
Le conseguenze politiche e legali
Alfieri, arrestato a ottobre 2023, è stato successivamente trasferito ai domiciliari dopo quasi un mese di detenzione. Il tribunale del Riesame ha respinto le contestazioni della difesa sulla presunta inutilizzabilità delle intercettazioni, confermando la loro rilevanza per l’inchiesta sugli appalti. Nel frattempo, l’inchiesta prosegue, con l’obiettivo di fare luce su eventuali ulteriori irregolarità e responsabilità.
Un caso che scuote il Cilento
La vicenda non riguarda solo Alfieri, ma getta un’ombra sull’intero sistema amministrativo locale. Le indagini continuano a suscitare interrogativi sulle prassi adottate nei Comuni del Cilento e sul possibile impatto di tali condotte sulle casse pubbliche e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Mentre la Procura di Salerno prosegue il suo lavoro, la vicenda resta al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, in attesa di sviluppi che potrebbero riscrivere la geografia politica della provincia.
©Riproduzione riservata