Piazza San Domenico Maggiore, Napoli: per non dimenticare Angelo Vassallo
| di Maria Rosaria Persico
Atmosfere di fine estate a Napoli, in piazza San Domenico Maggiore, la guglia, la chiesa. Il mormorio delle voci basse e una compostezza che accomuna tutti gli intervenuti alla fiaccolata per non dimenticare Angelo Vassallo, sindaco di Pollica brutalmente freddato da nove colpi di pistola il 6 settembre scorso per essersi opposto alla camorra.
La fiaccolata a Napoli, organizzata contemporaneamente a quella di Pollica, è stata fortemente voluta da “Il Pozzo e il Pendolo”, compagnia col quale Angelo Vassallo aveva creato un forte network relativo all’organizzazione di eventi culturali nel Cilento.
Ecco il documento divulgato:
“In contemporanea alla fiaccolata organizzata a Pollica il Pozzo e il Pendolo, che per anni ha collaborato con il sindaco barbaramente assassinato, ha organizzato in Piazza san Domenico Maggiore questa fiaccolata per lanciare un appello a tutta la società civile affinchè si adoperi nei prossimi mesi a custodire l’eredità di impegno per la legalità lasciata da Angelo Vassallo.
Angelo per noi de il Pozzo e il Pendolo, è stato un amico prima che un amministratore illuminato. Con lui, e grazie a lui siamo riusciti negli anni ad organizzare eventi e manifestazioni ispirate ad una filosofia condivisa, quella di uno sviluppo che passasse attraverso la legalità e la cultura.
Angelo è stato massacrato per aver detto NO alla criminalità. Forse non aveva nessuna voglia di diventare un eroe. Lui faceva il Sindaco. E riteneva che amministrare con onestà fosse la normalità non una strada che conduce al martirio. Chi l’ha conosciuto sa che negli anni aveva retto a Pollica una piccola roccaforte di legalità. Senza clamori. Ritenendo che fosse la normalità. E per quella normalità l’hanno ucciso con la ferocia brutale di chi non vuole solo eliminare un custode scomodo, ma dare una spallata alla porta di quella roccaforte. Stasera anche qui a Napoli noi vogliamo ricordare Angelo Vassallo. Non per lavarci la coscienza con una passerella che duri il tempo della commozione. Ma per provare a fare catenaccio contro chi vuole forzare quella porta. Per mettere insieme rappresentanti della cultura, della magistratura, della politica sana, che vogliano insieme a noi lavorare per raccogliere il testimone lasciato da Angelo e impegnarsi a sottrarre alla criminalità quel frammento di terra consacrato alla legalità e alla crescita fatta di fermenti sani, di cultura, di scambio, di collaborazione. L’idea che lanciamo stasera è quella di avviare un progetto che veda coinvolti tutti quelli che insieme a noi vogliano tenere desta l’attenzione della società civile e dello Stato sul caso Pollica. Su quel piccolo comune del Cilento che fino ad oggi, grazie ad Angelo, è riuscito ad imporsi all’attenzione nazionale per qualità della vita, trasparenza, legalità, promozione culturale, capacità di coagulare energie creative, di accogliere e dare voce a quanti avessero voglia di lavorare nella direzione della crescita sana. Da stasera proveremo, insieme alla cittadina di Pollica, orfana di un maestro, ma determinata a non dimenticare i suoi insegnamenti, a mettere su un presidio di forze pulite, con le quali promuovere un’ideale occupazione pacifica di Pollica. Proveremo attraverso iniziative, presenze, manifestazioni a vigilare, a difendere e a diffondere le idee e gli ideali per i quali Angelo è morto. Proveremo ad organizzare una guarnigione a difesa di quella roccaforte che Angelo aveva creato. Proveremo a continuare a dire un NO che faccia più clamore dell’eco di quegli spari.”
Non è facile comprendere pienamente il perché, così come non è facile spiegare in sordina quella che è stata un’esecuzione in piena regola. Le persone attendono pazienti il proprio turno, in attesa di deporre una candela in memoria di Angelo Vassallo. Candela come luce e come forza presentificatrice di chi non c’è più e che ha pagato con la vita il prezzo della propria onestà.
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