Si susseguono le frane, il Cilento si sbriciola sotto la pioggia
| di RedazioneQuesti primi quindici giorni del 2010, caratterizzati dal maltempo e dalle mareggiate, hanno impietosamente messo in evidenza il disastroso stato in cui riversano la gran parte delle strade interne del basso Cilento, oltre alla minaccia crescente del fenomeno dell’erosione costiera.
In queste ore si sono registrati addirittura decine di casi di cedimenti del manto stradale. Pare proprio che una parte di questi luoghi stia franando su se stessa. E il tutto è favorito dalla storica mancanza di interventi risolutivi che siano in grado di mettere in sicurezza una volta per tutte le pessime strade ove quotidianamente chi transita rischia la vita. Perchè, da quando sono state realizzate tali arterie stradali, sono passati dei decenni. Decenni durante i quali si sono spesi una caterva di soldi pubblici per piccoli, superficiali e sconnessi interventi che, alle prime arrabbiature del maltempo, hanno puntualmente rivelato la propria inadeguatezza. La prassi, in questi luoghi, è quella di coprire le spaccature sull’asfalto con una colata di catrame, farsi il segno della croce o, per i più scaramantici e profani, adoperarsi in una energica strizzata di zebedei, non dimenticando di indossare la collana di agli e di appendere in macchina un corno rosso gigante del peso di 43 chilogrammi vicino all’arbre magique e…poi si vedrà.
L’ultima e clamorosa serie di smottamenti, in ordine di tempo, è quella registrata sulla provinciale tra Sapri e Casaletto Spartano: decine di cedimenti dell’asfalto e frane che rischiano seriamente di far collassare le abitazioni che si trovano a pochi metri dalla strada. Ma i casi simili nel Cilento sono innumerevoli, infiniti. Basti pensare ai recenti cedimenti stradali avvenuti a Scario, alle frane ormai epiche di Pisciotta – quella in paese e quella spaventosa sulla strada verso Ascea-, a Salento, alla voragine tra Torraca e Tortorella, alla strada che passa per Foria e Massicelle, alla frana di Perdifumo, a quella di San Mauro Cilento, alla Mingardina, alla Cilentana, ai massi che cadono dai costoni rocciosi un pò dappertutto, alle centinaia di segnali stradali indicanti frane e limiti di velocità disseminati qua e là, eccetera, eccetera, eccetera. I disastri continuano a rigenerarsi e, in questi ultimi anni, pare si stiano intensificando per frequenza e dimensioni dei danni.
Oltre che con i collassi stradali, in questi giorni il Cilento ha avuto a che fare con i tanti casi di paesi costieri flagellati dalla violenza di alcune mareggiate che hanno provocato grossi danni nei porti e, soprattutto,in alcune zone dei lungomare. A Sapri sono ingenti i danni in alcune zone del lungomare e, passando in auto per la strada che porta all’ingresso della cittadina, si ha l’impressione che possa essere inghiottita, presto o tardi, dall’avanzata del mare. A Camerota il litorale della zona Cala del Cefalo è ormai in via di scomparsa e la strada provinciale antistante rischia gravemente il collasso. Danni da mare si registrano pure ad Ascea, dove tra le altre cose sono state danneggiate delle strutture turistiche del litorale. Problemi ci sono stati pure a Palinuro, ad Agropoli, eccetera, eccetera, eccetera. e anche per quest’altro tipo di disfacimento, quello che proviene dal moto marino, le misure di contrasto sono state in questi anni oggettivamente inesistenti o quantomeno ridicole. Si sono fatte delle piccole cose, qualche muro o qualche scoglio qua e là, ma niente che fosse rivolto all’affrontare la questione di fondo, che è quella dell’erosione costiera. Si parla da anni di barriere in mare, di frangiflutti e cose del genere, ma nulla è stato fatto. E il mare continuerà ad avanzare, lo dicono diversi studi relativi ai litorali cilentani. Per i cosiddetti interventi di mitigazione degli effetti dell’erosione costiera si continuano a fare studi di fattibilità, progetti più o meno prossimi al finanziamento; nel frattempo si spende una quantità enorme di denaro pubblico in interventi provvisori, per tirare avanti. E il problema è solo rinviato. Di pochissimo.
La verità è che la situazione riguardante il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera nel Cilento è gravissima. Il territorio rischia seriamente, nel giro di qualche anno, di vedere annientato gran parte del litorale e della precaria rete stradale interna. E di piangere dei morti, magari inghiottiti da una strada che crolla. O travolti da una montagna di inefficienza.
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