Stretta del credito soffoca le imprese edili, Lombardi: «Alto rischio»

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Stretta del credito soffoca le imprese edili, Lombardi: «Alto rischio»

La stretta creditizia ha continuato per tutto il secondo semestre 2014 a farsi sentire sulle imprese della filiera delle costruzioni. I dati raccolti ed elaborati dal centro studi Ance Salerno delineano il quadro complessivo di un comparto che non riesce a riattivare relazioni con il circuito bancario funzionali al rilancio degli investimenti. «Colpisce il dato – sottolineano gli analisti – che soltanto il 16% del campione intervistato (100 aziende edili suddivise in tre fasce di fatturato: fino a 5 milioni di euro; fra 5 e 20 milioni di euro; oltre 20 milioni di euro) che ha richiesto finanziamenti li ha, poi, ottenuti». Altrettanto significativo il dato del campione pari al 38% delle imprese che non ha ritenuto (in sintonia con il calo della domanda di credito in atto) di richiedere prestiti. Complessivamente solo 46 imprese su 100 hanno avanzato domanda di nuovo credito.

Il grado di soddisfazione La qualità delle relazioni tra imprese e circuito bancario viene giudicata sufficiente dal 41% del campione ed insufficiente dal 40%. Si tratta di due elementi di valutazione che appartengono a tutte le classi di fatturato, a conferma della complessità di questo tipo di rapporto che può essere ritenuto “difficile” anche se rispetta prassi e percorsi formalmente corretti. La percentuale più alta che esprime la valutazione di “buono” rispetto al rapporto banca/imprese edili si colloca nel range di aziende con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro (20%); seguono le aziende con meno di 5 milioni di euro (16,2%); e poi le imprese tra 5 e 20 milioni di euro (11,1%). La percentuale più alta relativa al giudizio di “sufficiente” (48,1%) si colloca nel range tra 5 e 20 milioni di euro. Seguono, in questa categoria di valutazione, le imprese oltre i 20 milioni di euro (40%) e quelle con meno di 5 milioni di euro (38,2%). Se, invece, consideriamo la categoria di giudizio “insufficiente”, sono le imprese con un fatturato compreso tra 5 e 20 milioni di euro a guidare questa graduatoria (40,7%); seguite da quelle con oltre 20 milioni di euro (40%) e da quelle con meno di 5 milioni di euro (39,7%).

La ristrutturazione del debito A conferma della restrizione del  merito del credito – emerge dall’analisi del Centro Studi ANCE Salerno – si configura l’analisi dei trend relativi alle richieste di ristrutturazione del debito delle aziende edili. In questo caso solo il 10% del panel intervistato dichiara di avere concluso positivamente l’iter relativo alla revisione dell’esposizione debitoria. Il 26%, invece, si è vista rifiutata la richiesta, mentre il 45% ha ritenuto di non procedere in tale direzione ed il 19%, pur avendo pensato a questa soluzione, ha, poi, deciso di non avanzare richiesta.

Il rischio usura Rimane sempre alta la percentuale di imprese che ritiene la contrazione del credito uno degli elementi in grado di alimentare il rischio usura in provincia di Salerno: essa è pari al 44% (totalmente d’accordo), valore che, sommato al 26% di “abbastanza d’accordo”, determina un 70% di imprenditori che si dichiarano potenzialmente esposti al rischio usura. L’analisi del trend relativo a tale rischio segnala una preoccupante risalita rispetto al I semestre 2014, quando la percentuale degli intervistati che era d’accordo sulla presenza di tale latente problematica ammontava al 66%. Siamo, quindi, di fronte ad un incremento di 4 punti percentuali. Va anche aggiunto, però, che nel II semestre del 2013 tale indicatore si attestava al 73% e nel I semestre dello stesso anno all’85,7%. Nel considerare che tali percentuali sono comunque molto consistenti, va evidenziata la crescita registratasi negli ultimi sei mesi del 2014. Dal punto di vista della composizione di tale percentuale in base alle fasce di fatturato, l’ultima rilevazione evidenzia come gravitino intorno all’80% sia le imprese tra 5 e 20 milioni che quelle oltre i 20 milioni di fatturato.

Lombardi: «L’analisi del Centro Studi della nostra Associazione – dichiara il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – tratteggia  nel II semestre 2014 e per l’avvio del 2015 un quadro complessivamente negativo: l’edilizia resta la filiera produttiva più gravemente colpita dalla recessione di questi ultimi anni. E’ un dato di fatto, che si è consolidato sotto gli occhi della filiera politica ed istituzionale senza che fossero attivati interventi con concrete ricadute in termini di ripresa degli investimenti pubblici. A ciò occorre aggiungere la forte penalizzazione che il circuito del credito ha imposto alle nostre aziende». «Tutte le analisi confermano  – continua – che il comparto più gravato dal credit crunch è stato quello edilizio. Il 2014 si chiude, quindi, con un forte calo di produzione e di fatturato, che ha avuto, come era logico, riflessi molto gravi sul piano occupazionale». 

«Per il primo semestre del 2015 – conclude – emerge un’attenuazione delle dinamiche negative, senza che, però, si possa parlare di ripresa strutturale. Perché? Perché non si ravvisano elementi sistemici in grado di riavviare con continuità un settore che sconta prima di tutto il drastico taglio della spesa; la compressione dei redditi delle famiglie; il clima di incertezza rispetto al futuro economico nel breve e medio periodo; l’inefficienza della macchina amministrativa e la complessità dei meccanismi di spesa dei fondi europei»

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