Sversamenti nel Vallo di Diano, comitato “Resta” presente all’udienza: fondamentale registro tumori
| di Pasquale SorrentinoAnche per la terza udienza del processo Shamar, che si è tenuta al tribunale di Lagonegro, la Rete Ecologia Salute Territorio e Antimafia, ovvero il comitato “Resta” è stato presente, con una delegazione, nell’aula del tribunale per seguire lo svolgimento dello stesso.
«Oggi, all’ascolto dei risultati dei due prelievi effettuati nei terreni coinvolti, è emersa – si legge nella nota di Resta – una concentrazione di idrocarburi pari a circa 8000 mcg/kg, nonostante il limite massimo per le zone ad alta densità industriale debba essere di 250 mcg/kg», fanno sapere da Resta. Ancora una volta i rappresentati del Comitato hanno voluto porre l’accento sull’sono le assenza tra i banchi delle parti civili di alcuni enti che – secondo loro – avrebbero potuto essere interessati.
«Ad esempio quella della Comunità Montana Vallo di Diano che dovrebbe tutelare, proteggere e lottare per la difesa del territorio, alla quale si aggiunge quella degli altri comuni coinvolti dallo sversamento, come quello di Polla. Insomma, se è vero, com’è vero, che la tutela dell’ambiente deve essere garantita da tutti gli enti, da tutte le persone giuridiche e fisiche attraverso azioni improntate ai principi della precauzione, della prevenzione, e, successivamente, della riparazione e del risarcimento, l’assenza in questa sede processuale della maggior parte degli organi istituzionali del nostro territorio è significativa».
Dal Comitato Resta ricordano un altro tassello mancante anche se non strettamente collegato al processo. «Ricordiamo in questa sede quanto è significativa l’assenza di un registro tumori in un territorio che da decenni è colpito dallo sversamento di rifiuti. Come RESTA chiediamo che le istituzioni si prendano la responsabilità di dare un’attuazione alle istanze che, da anni, associazioni, comitati e comunità civile portano avanti, ricevendo in risposta solo false promesse».
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