Censimento delle strutture, Murino chiede interventi contro il monopolio de “La Provvidenza”

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Censimento delle strutture, Murino chiede interventi contro il monopolio de “La Provvidenza”

La provincia di Salerno sta portando avanti un’iniziativa con lo scopo di effettuare un censimento delle strutture teatrali di tutto il territorio. Michele Murino, direttore artistico di Velia Teatro, importante rassegna di teatro antico che si svolge da dodici anni nell’area archeologica di Velia, commenta così le azioni della Provincia: "Spero che il monitoraggio serva a sanare la più che precaria situazione del Cilento, con il monopolio di una struttura su tutte le altre. Mi riferisco alla struttura diocesana de "La Provvidenza". La struttura della diocesi controlla da dieci anni, in regime di monopolio, il mercato teatrale nella vasta aerea del Cilento, paragonabile per estensione ad un territorio come la Valle d’Aosta." Murino ha chiesto alla giunta di Palazzo Sant’Agostino di "inserire nel testo del regolamento di tale iniziativa quanto prevede la Legge 287/1990 che, nell’ordinamento giuridico italiano, disciplina la concorrenza fra le imprese e il cui scopo è quello di evitare che si verifichi, come a Vallo della Lucania e nel Cilento, una situazione di mercato nelle mani di una sola, che pregiudica un adeguato livello di concorrenza del mercato a tutela degli interessi dei consumatori". Gli organizzatori di Velia Teatro hanno già adito l’Antitrust contro la diocesi di Vallo della Lucania contestando l’abuso di posizione dominante e il boicottaggio. Si attende ancora la pronuncia dell’autorità di garanzia.

In un articolo pubblicato a fine agosto su Repubblica, Antonello Caporale descriveva così la situazione. E le "plurime iniziative" riguardanti il vescovo di Vallo della Lucania Giuseppe Rocco Favale:

 

E’ stato definito presule testardo ma operoso. Infatti. Al magazine "Den- Il mensile del denaro" il vescovo di Vallo della Lucania fece ai fedeli una promessa niente male che il titolista riassunse così in cima all’articolo: "Con l’aiuto di Dio vi rifaccio il Cilento".

Mai promessa fu ipotecata da mille e mille impegni con i quali monsignore negli anni è andato sviluppando, di pari passo all’intensa catechesi, un’attività edilizia assai coinvolgente, con incursioni nel mondo della ristorazione e del teatro.

Favale è un costruttore di opere. E l’abbiamo detto. La prima (e la più nota) è un piastrellato che impreziosisce la facciata principale della Curia dove il medesimo Favale è raffigurato appena un passo dietro Gesù, ma in linea con l’incedere del Papa.

Nella cinta muraria del vescovado c’è anche un ottimo ristorante, Si chiama Il Sinodo. Ampie vetrate, piatti ricercati, un clima elegante ma sobrio. Chi desidera, paga. Nelle immediate vicinanze un gran bel teatro, La Provvidenza, che raccoglie in cartellone le più note compagnie, artisti di fama, personaggi dello star system. Biglietto salato ma spettacolo assicurato.
Il problema, ma è davvero un problemuccio, è che l’operosità del presule è appena finita sulla scrivania dei commissari dell’antitrust per "abuso di posizione dominante".

Qui non sono le preghiere in discussione, ma appunto le opere. Il vescovo recita messa e proietta film, prepara l’eucarestia e il cinepanettone. Chi vuole fare penitenza deve passare da lui. Come chi vuol andare a teatro. L’unico teatro esistente e funzionante nel Cilento è quello di Monsignore. E un impresario, Michele Murino, l’ha denunciato perché "il Favale controlla in regime di monopolio un’essential facility", figura essenziale del diritto antitrust. Nella memoria, il ricorrente acclude i costi degli abbonamenti e dei singoli biglietti e, soprattutto, l’attività di contrasto del vescovo contro qualunque finanziamento pubblico destinato, in un territorio vastissimo, comparabile con quello di una media provincia italiana, e abitato da circa 100mila, all’edificazione di un secondo cine-teatro alternativo.

La giunta di Vallo della Lucania sta per approfondire il tema della costruzione di un auditorium? Favale bolla l’iniziativa: "Struttura inutile. E’ meglio una piscina". Trenta chilometri più a nord, ad Agropoli, fa capolino la stessa idea, un teatro. Favale, prontissimo: E’ uno spreco". In una veemente diretta tv il vescovo brucia vivi i politici: "Beati loro che hanno tutti questi soldi. Io continuerò con caparbietà a portare avanti le attività della Provvidenza".
Ora et labora. Ma la Provvidenza è finita – pro tempore – sotto esame.

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