L’ultimo romanzo di Paola Testaferrata dal titolo “Il ghiaccio fra i denti”
| di Lucia Cariello“Non ho tempo per leggere”, un’affermazione che da sempre serve a giustificarsi di fronte a chi ci chiede quale sia l’ultimo libro da noi letto. Ma è poi vero o è solo un modo per evitare la questione della lettura e preferire altre attività, molto passive e per questo, forse per alcuni di noi più rilassanti, come guardare la televisione, in modo da spegnere completamente il nostro cervello per riprenderci dalle difficoltà della vita quotidiana?
Perché, poi leggere dei testi letterari, che possono impegnare a fondo la nostra immaginazione o addirittura portarci ad una revisione di noi stessi, quando sarebbe molto più rilassante la lettura di un quotidiano sportivo o di una rivista di pettegolezzi? Perché leggere?
La questione della lettura dei testi narrativi e delle problematiche che la lettura di un testo complesso produce, conduce alle motivazioni ed alle finalità della lettura. La vita quotidiana ci porta a dover affrontare in ogni momento il problema della socializzazione, intesa come necessità continua di confrontarsi con gli altri, in campo lavorativo e sentimentale, la difficoltà di dover ascoltare gli altri e soprattutto di riuscire a farci ascoltare dagli altri, in questa continua lotta il libro può diventare invece il proprio migliore amico, di quelli che non tradiscono mai. Il testo narrativo ci parla e ci permette, superando la barriera dell’incredulità, di liberarci da tutte le costrizioni che ci impone la nostra abituale visione della realtà.
È animati allora da tale sentimento che sabato 26 marzo alle 17,00 sarà presentato presso il Centro “Don Bosco” l’ultimo romanzo di Paola Testaferrata dal titolo “ Il ghiaccio fra i denti”. Trattasi di un autentico incontro con l’arte del “saper scrivere” al quale prenderanno parte la direttrice de “I Fatti” Ornella Trotta nel ruolo di moderatrice, la Professoressa Concettina di Mieri, la psicologa Fosca Pinto e la regista Rossella Izzo.
Ricordiamo che la scrittura non è fine a se stessa, ma è un mezzo per comunicare, anche se in effetti si tratta di una comunicazione temporalmente “ritardata”, sta a noi scoprire il messaggio che l’autore vuole inviare al lettore, anche se talvolta questo messaggio può risultare apparentemente oscuro. Questo significa imparare ad interagire con il testo, ponendoci non passivamente di fronte ad esso, come sempre più spesso mezzi di comunicazione di massa, come la televisione, ci impongono di fare, dobbiamo imparare ad affrontare un testo letterario convinti non solo di poter ricevere qualcosa dal testo ma anche di essere in grado di dare qualcosa noi ad esso, magari una nuova interpretazione dello stesso.
©Riproduzione riservata