Il digitale terrestre e i cittadini del Cilento e Vallo di Diano
| di Federico Martino Ad un mese dallo switch off delle trasmissioni TV in analogico e dall’inizio delle trasmissioni in digitale terrestre nel Cilento e Vallo di Diano i disagi e le difficoltà da parte degli utenti sono noti : problemi di ricezione, segnali deboli, canali spesso inesistenti.
Mentre la copertura del territorio da parte delle reti private non registra particolari difficoltà e, sia l’offerta Mediaset (in chiaro e pay per view), che la7 (in chiaro) sono ricevibili nella loro totalità (tutti i canali che rientrano nel panel per le rilevazioni auditel), non è possibile affermare lo stesso per la Rai.
Il servizio pubblico, quello per il quale viene richiesto il pagamento del canone e che dovrebbe assicurare un servizio efficace è presente con una offerta ridotta (solo Rai uno, due e tre) mentre non si ha notizia di tutti gli altri canali tematici (Rai 4, RaiStoria, Rai news24, Rai Gulp, Rai Cinema e i restanti, per un totale di dodici canali) che rappresentano un’interessante alternativa alla TV commerciale, ma soprattutto una integrazione dell’offerta del servizio pubblico che a tutt’oggi viene negata agli abbonati residenti nel Vallo di Diano a tutto vantaggio delle reti concorrenti.
Dopo l’enorme battage promozionale in favore del DT fatto nei mesi scorsi e le aspettative create anche negli abbonati di questo territorio ci si chiede se esistono abbonati di Serie A – coloro i quali hanno diritto all’intera offerta semplicemente perché residenti in aree metropolitane – ed abbonati di serie B, cioè coloro ai quali è riservata un’offerta ridotta e scadente e che per poter vedere la TV hanno dovuto subire una ulteriore vessazione dovuta all’obbligo dell’acquisto del decoder ed in alcuni casi anche speculazioni poste in essere da tecnici diversamente onesti al momento dell’installazione.
Il passaggio al digitale avrebbe dovuto fornire, proprio perché tecnologicamente più avanzato, una maggiore offerta agli abbonati da parte del servizio pubblico e una opportunità per l’adeguamento tecnologico dei ripetitori per la trasmissione del segnale. Tuttavia, alla prova dei fatti, non è così e gli utenti sono ancora una volta “costretti a scegliere l’offerta commerciale privata”. A fronte di questa evidente carenza ci chiediamo come mai vi erano operatori privati pronti al passaggio ed in grado di fornire l’intera offerta commerciale, mentre l’unico operatore pubblico e concorrente (si fa per dire) delle TV commerciali, la Rai, che dovrebbe fornire un servizio certo, essendo lo stesso coperto da un canone, a tutt’oggi non è ancora in grado di soddisfare le esigenze degli utenti e qualitativamente insoddisfacente.
Mutuando lo slogan promozionale per il pagamento del canone si può affermare che per il Vallo di Diano la “…Rai è di tutto e… sempre meno”. Non sono pertanto escluse azioni di protesta, volte al ripristino dei diritti dei cittadini, da parte della sede CODACONS di Sala Consilina se non si arriverà, nel più breve tempo possibile, ad una soluzione del problema.
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