La programmazione è un optional
| di Alberto BrugnolaE’ un normale evento di “ordinaria follia” gestionale delle nostre Amministrazioni Locali. Uno dei tanti che ripetitivamente avvengono sotto i nostri occhi e ai quali ci siamo talmente abituati da non apparire più rilevanti, così che la cittadinanza li accetta come normali fatti, ne sopporta le conseguenze e non ne avverte neanche più l’intima civile repulsione. Questo è l’aspetto di maggiore preoccupazione: incamerare concettualmente il principio di non accorgersi dei piccoli impatti comporta un escalation di assuefazione, anche a quelli di prioritaria importanza.
E veniamo al fatto. Tempo addietro in Torchiara Capoluogo fu deciso di ripavimentare la via di accesso alla piazza Torre, al centro storico e alla chiesa del SS Salvatore, sostituendo il manto di asfalto con betonelle di basalto. Un opera meritoria di restyling, esteticamente pregevole, di costo elevato per l’Amministrazione e ben accetta anche dalla popolazione residente lungo la strada, che subirono un cantiere sotto casa protratto per parecchi mesi, con i naturali disagi che esso comporta. Unico successivo problema: la sbagliata scelta del materiale, della sua posa in opera e, in contemporanea, l’apertura al traffico pesante comportarono la diffusa frantumazione delle betonelle in pietrisco pericoloso per passanti e autovetture. Da questo numerosi costosi interventi di ordinaria manutenzione, infruttuosi perché il problema è di fondo e non risolvibile con la sostituzione delle betonelle rotte.
In questo inizio di anno L’Amministrazione Comunale, pressata dal deplorevole stato di fatto, ha deciso un ennesimo lavoro di manutenzione, questa volta straordinaria, più radicale: sostituzione delle betonelle a “macchia di leopardo” con altre di maggiore spessore. Quindi chiusura della strada, cantiere recintato e disagevole traffico pedonale limitato al solo ingresso alle abitazioni, quindi nuovi disagi per i residenti quali rumore, polvere, impossibilità di parcheggio e accesso ai garage, poi altra spesa, non ancora quantizzabile perché non resa nota dagli Amministratori. I lavori sono ultimati e la strada quasi totalmente riaperta.
Fin qui molte scelte, personalmente opinabili ma niente di eclatante, se non che stamane una nuova impresa ha iniziato uno scavo per la posa di cavo elettrico, per la rete di illuminazione comunale, lungo la via la dove, non più tardi di una settimana prima, erano terminati i lavori stradali di manutenzione. Quindi, di nuovo, i disagi già elencati, il demolire e rifare un lavoro appena completato, altre spese per il Comune e conseguente presupposto spreco di pubbliche risorse.
Sono convinto che simile evento sia da repertorio di come non si devono fare le cose. Chiunque, con un minimo di raziocinio, avrebbe programmato i lavori in modo inverso: prima la posa del cavo poi la pavimentazione, ma è evidente che il raziocinio non è il primo dono di coloro che hanno disposto l’esecuzione dei lavori.
E per concludere alcune riflessioni. La strada è un’utenza di tutti i cittadini, la cui integrità strutturale, di realizzazione e manutenzione, è obbligo istituzionale di Funzioni e Amministratori Pubblici; proprio perché pubblica è patrimonio di tutti e, di conseguenza, sovvenzionata con i soldi dei cittadini, la cui oculata gestione dovrebbe essere imperativo categorico, nuovamente, di Funzioni e Amministratori Pubblici; come è istituzionale la supervisione e il controllo sull’attività delle Funzioni Comunali da parte dei Pubblici Amministratori; in ultimo, poiché è costituzionalmente stabilito che la sovranità appartiene al Popolo, esso ha diritto ad essere rispettato in tutti i molteplici accadimenti, fondamento democratico che si estrinseca nel rispetto delle leggi da parte di coloro che sono stati eletti per farle osservare e per osservarle essi stessi.
Tutto questo, nella pratica, rimane spesso teoria e utopica ambizione; importante che non si consideri normale e si assuma, per acquisita consuetudine, giusto quello che giusto non è, come basilare è ascoltare la voce che ne rinnova l’avvertenza.
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