Torraca, si vendono dolci per sostenere le analisi delle acque domestiche e sorgive
| di Marianna ValloneUn’iniziativa particolare quella messa in campo a Torraca, dove nella mattinata e nel pomeriggio di lunedì 6 gennaio, si terrà una vendita di dolci per sostenere le indagini e le analisi fisico-chimiche e microbiologiche sull’acqua di uso domestico e delle sorgenti naturali “Gerdanase” e “Acquasanta”.
L’idea è del Comitato civico torrachese in collaborazione con il Comune e la Proloco di Torraca. Dai recenti studi condotti dai 168 medici della Cooperativa “Parmenide” di Vallo Della Lucania, è emerso che il numero di tumori nel Cilento è in aumento.
In particolare, nel distretto 71 Camerota-Sapri (che include anche il borgo torrachese) l’incidenza di neoplasie tumorali (5,51%) è più alta che nei distretti di Eboli, Vallo, Capaccio e Battipaglia. Su questi dati, dall’idea di alcuni cittadini, è nato il Comitato civico costituito dal presidente Domenico Abbadessa, dal vicepresidente e segretario Nicola Barra, dal tesoriere Claudio Loquercio e dai coordinatori scientifici Carlo Vita e Vincenzo Bevilacqua.
L’obiettivo è fare prevenzione attraverso una raccolta fondi destinata alla tutela della salute pubblica e alla ricerca ambientale di molecole xenobiotiche contaminanti nei vari comparti ambientali.
Una delle cause che avvalora l’incidenza delle malattie oncologiche è senz’altro l’acqua, sia di rubinetto che fluisce in tubature obsolete fatte in cemento-amianto fortemente cancerogeno, che di sorgente naturale, veicolo di batteri come Escherichia Coli, enterocchi e clostridium perfringens.
La vendita, sul piazzale antistante la Chiesa Madre di Torraca, di dolci fatti in casa, consentirà di raggiungere la cifra necessaria all’analisi di 13 campionamenti (11 su acqua ad uso domestico e 2 su acqua sorgiva) mirata ad individuare, secondo criteri standard, l’eventuale presenza di fibre di amianto in soluzione e di colonie batteriche.
Affidandosi a ricercatori universitari e a professionisti del settore, successivamente, si analizzeranno i prodotti agroalimentari locali, i suoli, la vegetazione, i livelli di inquinamento elettromagnetico e gli effetti dei led.
«5,51% è un dato che pochi hanno compreso e che, medici ed amministratori, continuano ad ignorare – dichiara Bevilacqua – viviamo ai piedi del Pncvda, nella patria della dieta mediterranea e dei centenari, in zone dove non si pratica agricoltura intensiva, prive di centri industriali. Mi chiedo il perché, anno dopo anno, sta cambiando la struttura genetica delle popolazioni locali. Colpa dell’ecomafia e della politica locale compromessa del passato. Siamo un paese di 1200 persone e soltanto 65 hanno fatto una donazione, a causa della politica “contraria” e della scarsa pubblicità. Nonostante questo, abbiamo raggiunto 1500 euro: un risultato che dimostra la sensibilità dei cittadini verso questa tematica e che ci spinge ad andare avanti per il bene di tutti, grazie al supporto dell’amministrazione comunale».
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