Tragedia a Eboli, 53enne muore d’ischemia durante ricovero: sequestrata la salma

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Tragedia a Eboli, 53enne muore d’ischemia durante ricovero: sequestrata la salma

Era ricoverato da tre giorni, ma nessuna delle cure ricevute è riuscita a salvargli la vita. Nino Pacifico, 53 anni, noto artigiano ebolitano, si è spento ieri mattina nel reparto di Medicina dell’ospedale di Eboli. La sua vicenda si è consumata tra diversi reparti, dal Pronto Soccorso all’Ortopedia, dove era stato soccorso dopo una caduta dal letto che gli aveva procurato una ferita al mento, poi suturata.

Alle 6:30 del mattino, il suo cuore ha smesso di battere. La diagnosi dei medici parla di un’ischemia cerebrale, confermata da una TAC. Nonostante il consulto con neurochirurghi di altre strutture, si è ritenuto che l’intervento chirurgico non fosse praticabile. Si è quindi optato per una terapia farmacologica, che però non è riuscita a fermare il peggioramento delle sue condizioni. La pressione arteriosa di Pacifico era estremamente alta e non rispondeva ai farmaci. Sedato e successivamente intubato, il suo stato si è aggravato fino all’arresto cardiaco. I sanitari hanno tentato la rianimazione con un massaggio cardiaco durato 40 minuti, ma ogni sforzo si è rivelato inutile. Alle 7:10 è stata ufficialmente dichiarata la sua morte.

I familiari, però, non si rassegnano e sollevano dubbi sulle cure ricevute. Ritengono che si sarebbe dovuto tentare un trasferimento in una struttura specializzata, dotata di un reparto di Neurochirurgia, come quelle di Salerno, Nocera o Vallo della Lucania. «Non sarebbe cambiato nulla» è la risposta dei medici dell’ospedale di Eboli, che ribadiscono l’impossibilità di intervenire chirurgicamente.

Distrutti dal dolore, i parenti di Nino Pacifico hanno deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine. I carabinieri, coordinati dal capitano Greta Gentili e dal maresciallo Giuseppe Botta, hanno posto sotto sequestro la salma e acquisito la cartella clinica. Il caso è ora nelle mani del pubblico ministero Alessandro Di Vico, che ha avviato un’indagine per chiarire gli eventi che hanno portato al decesso dell’artigiano. Si procederà con l’autopsia per stabilire se un trasferimento tempestivo avrebbe potuto cambiare il destino di Pacifico. Intanto, la comunità locale è sotto shock.

Nino era un volto conosciuto e stimato. Cresciuto nel negozio di ferramenta del padre Vito, situato nel cuore del centro storico di Eboli, aveva poi spostato la sua attività in via Ceffato, vicino alla Statale 19, una zona un tempo ricca di attività commerciali. La crisi economica e la pandemia avevano messo a dura prova la sua attività, portandolo infine a cercare lavoro altrove. Negli ultimi tempi era impiegato a Campagna, forte della sua esperienza nel settore.

Lascia due figli, la compagna e il padre Vito. La notizia della sua scomparsa ha lasciato sgomenti amici e conoscenti, che ancora ieri mattina cercavano invano il manifesto funebre. Il funerale, infatti, non potrà essere celebrato finché non verrà completato l’esame autoptico. Nel frattempo, sui social sono circolate immagini di Nino accanto al padre e ai suoi figli, segno di un affetto che rimarrà indelebile.

Il caso di Pacifico riaccende anche il dibattito sulle carenze dell’ospedale di Eboli. Solo pochi giorni fa, una coppia con un bambino di due anni ha denunciato difficoltà nell’ottenere cure specialistiche a causa della chiusura serale e notturna del reparto di Oculistica. Anche la famiglia Pacifico ha scoperto con amarezza che, nel fine settimana, la risonanza magnetica non è disponibile. Questi episodi sollevano interrogativi sulla qualità dell’assistenza sanitaria nel territorio e sulle conseguenze di tali limitazioni.

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