Trattamento acque reflue: nel mirino 23 Comuni del Cilento e del Vallo di Diano
| di Luigi MartinoPer il momento non è stata comminata alcuna sanzione pecuniaria, se non il pagamento delle spese legali del procedimento. Ma, adesso, l’Italia rischia grosso e dovrà lavorare – a fondo – per evitare un ulteriore stangata da parte dell’Unione Europea: la sesta sezione della Corte di Giustizia del Vecchio continente, infatti, mercoledì scorso ha condannato il Paese per tutta una serie di inadempimenti riguardo il trattamento delle acque reflue. Secondo i giudici presieduti dal danese Lars Bay Larsen, infatti, l’Italia continua a non rispettare una serie di obblighi previsti dalla direttiva europea di riferimento (la 91/271/CEE) che, già in passato, avevano portato la Corte Ue ad aprire altri procedimenti.
La procedura adesso arrivata a sentenza, invece, era stata aperta nel 2014. E, secondo quanto emerso nel corso delle verifiche, l’Italia non ha preso le disposizioni necessarie per garantire che siano provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane 159 agglomerati. Di questi, ben 29 sono presenti in provincia di Salerno: si tratta degli agglomerati di Altavilla Silentina, Ascea, Buccino, Caggiano, Casalbuono, Casalvelino, Caselle in Pittari, Castellabate, Castel San Lorenzo, Centola, Contursi Terme, Montesano sulla Marcellana, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Padula, Pisciotta, Polla, Pollica, Postiglione, Roccagloriosa, Rofrano, San Gregorio Magno, San Mauro Cilento, Sanza, Sassano, Scafati, Sicignano degli Alburni, Teggiano, Tramonti.
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