Tre anni dalla morte di Dora Lagreca: «Incompatibile la ricostruzione del fidanzato»
| di Pasquale SorrentinoSono tre gli anni trascorsi dalla morte di Dora Lagreca, trentenne di Montesano, deceduta in seguito alla caduta dal quarto piano di un palazzo – dove si trovava con il suo fidanzato – a Potenza. E proprio in questi giorni sono state depositate le nuove perizie volute dal Gip del Tribunale di Potenza accogliendo l’opposizione all’archiviazione della Procura presentata dai familiari della giovane. In loro difesa gli avvocati Cristiana Coviello e Renivaldo Lagreca. Per la morte di Dora è indagato, con l’accusa di induzione al suicidio, il fidanzato Antonio Capasso. I due – si ricorderà – erano tornati da una serata in un locale nell’appartamento affittato da Capasso e al culmine di una lite – come sostenuto dal giovane potentino – Dora si era lanciata dal balcone. Ricostruzione, questa, sempre respinta dai familiari di Dora. Due nuove perizie, quindi, una medico-legale, l’altra balistica sulla traiettoria della caduta.
I medici Vittorio Fineschi e Aniello Maiese alla fine della relazione sostengono che “è possibile affermare che la natura del decesso sia da ricondursi, con alta probabilità, ad un’evenienza suicidaria o accidentale”. I legali della famiglia di Dora, hanno evidenziato alcuni passaggi della perizia. “Innanzitutto – ha affermato l’avvocato Coviello -, quanto ricostruito è incompatibile con le dichiarazioni di Capasso. Quest’ultimo ha sempre detto che Dora ha corso e si è lanciata dalla terrazza, ma la ricostruzione parla di una caduta ‘a candela’ e senza slancio. Inoltre anche le volte che ha telefonato alla madre, prima del 118, sarebbero di più rispetto alle volte da lui sostenuto”. Altro dubbio, per la difesa della famiglia, riguarda i due valori di alcol, molto diversi tra loro, emersi dalle analisi su Dora. Non si sa quindi, per la difesa, quale prendere in considerazione. E infine, tra i vari spunti emersi c’è un passaggio che non convince i legali. Questo: “L’assenza di qualsiasi tipo di lesione su Capasso permetterebbe – si legge sulla relazione – di escludere che vi sia stata una violenta colluttazione con Lagreca. Dal confronto delle corporature (20 centimetri e 20 chili di differenza circa – ndr) non emerge una notevole e rilevante sproprozione di forze tra i due soggetti, tale da giustificare un’aggressione della Lagreca senza che la stessa opponesse resistenza e venisse lanciata nel vuoto”. “Si tratta di filosofia”, ha detto l’avvocato.
©Riproduzione riservata