Tribunale Vallo della Lucania: ogni magistrato ha in media 1716 cause
| di RedazioneL’articolo del “Riformista” mette in evidenza il dato principale rispetto al quale occorre fare una riflessione, ossia quello del numero delle cause civili che sono assegnate ad ognuno dei 5 magistrati che a Vallo sono addetti al settore civile: rispetto ad una pendenza complessiva di 8.584 procedimenti alla data del 30 novembre 2020 ogni magistrato ha in media 1.716 cause, a fronte di un carico “esigibile” che generalmente è stimato in circa 500 cause, dunque il triplo.
Di queste 8.584 cause 1.845 durano da oltre un decennio, e 4.414 da oltre tre anni, dati che devono far riflettere, così come il caso venuto agli onori della cronaca.
Sono numeri che dimostrano come senza un massiccio intervento esterno (quello della magistratura distrettuale alla quale il Governo intende destinare 122 magistrati giudicanti per tutta Italia) il problema rischia di incancrenirsi .
In ogni caso meglio deve essere valutata la proposta istituzione del Tribunale del Parco del Cilento perché mediante un allargamento della circoscrizione ai territori delle ex preture di Sapri, Capaccio e Roccadaspide (per non parlare del Vallo di Diano aggregato al Tribunale di Lagonegro, in provincia di Potenza, fuori Regione), si realizzerebbe un Tribunale con almeno 22 magistrati ottenendo una minore incidenza dei ricambi e la realizzazione di condizioni di lavoro più accettabili tali da indurre i magistrati a rimanervi.
Sempre in via generale si può affermare che le cause di queste disfunzioni sono:
- l’organico ridotto rispetto alle pendenze,
- lo scarso funzionamento, in passato, della cosiddetta sezione stralcio, nata proprio per definire le cause “vecchie” (come quella che ha creato notizia),
- la presenza da venti anni solo di magistrati di prima nomina,
- il loro avvicendamento continuo,
- i tempi lunghi di ogni sostituzione,
- la prevalenza dei magistrati donne e delle astensioni dal lavoro per maternità,
- la litigiosità civile (superiore a quella del Distretto di Milano)
- la scarsa efficacia della mediazione.
Anche la causa balzata agli onori della cronaca mostra i segni di questi fenomeni per :
- i cambiamenti di giudice (quasi una ventina, sinora, con i correlativi tempi di sostituzione);
- i decessi delle parti (ben 6) che hanno imposto la interruzione del processo e poi la sua ripresa nei confronti degli eredi della persona deceduta;
- le richieste di rinvio per tentare un accordo (per un tempo all’incirca pari a 5 anni)
- le richieste di rinvio per impedimenti propri degli avvocati (per un tempo di circa 3 anni),
- i tempi per effettuare la consulenza tecnica (3 anni in attesa di una prima consulenza poi non eseguita per sopraggiunti motivi di salute del consulente e 2 per la successiva);
- la concorde richiesta delle parti di attendere il passaggio in giudicato di una sentenza parziale (emessa dal Tribunale nel 2001, appellata e confermata dalla Cassazione nel 2009) e della restituzione dei relativi atti .
Per tali circostanze la causa è stata oggetto di attenzione del presidente De Luca sin dal suo arrivo a Vallo nel 2015, e, dopo che si era verificata l’assenza per maternità del giudice istruttore, è stata assegnata ad un altro magistrato con lo specifico compito di giungere alla sua definizione.
Il nuovo ctu nominato proprio nel 2015 ha depositato la sua consulenza nel 2017.
Il nuovo giudice istruttore ha formulato una proposta di definizione transattiva della controversia e, comunque, ha anche previsto, in caso contrario, quali attività si dovrebbero ancora compiere nel giudizio che si è dovuto interrompere nuovamente per la morte di una delle parti .
La causa è poi ripresa e, cambiato nuovamente il giudice a fine 2020, è stata affidata al presidente di sezione (posto solo di recente istituito) che si è assunta, su base volontaria, il compito di definirla.
Altro dato positivo è che i convenuti hanno accettato la proposta transattiva formulata dal giudice e si attende, per la prossima udienza del 13 maggio 2021, la risposta definitiva degli attori che speriamo possa far concludere l’intricata vicenda.
©Riproduzione riservata