Truffa e autoriciclaggio: 13 persone coinvolte in un’inchiesta della Procura europea
| di RedazioneTruffa aggravata per ottenere finanziamenti e autoriciclaggio sono le accuse che la Procura europea racchiude in un’inchiesta, ora conclusa, nei riguardi di 13 persone. Nel mirino ci sono una serie di fondi pubblici – la cifra complessiva supera il milione di euro – ottenuti dalla stessa impresa commerciale, con sede a Roma. I soldi, una volta erogati, – come riporta Nicola Sorrentino su Il Mattino – sarebbero poi finiti su diversi conti correnti, compresi quelli di tre cittadini campani (uno di Montesano sulla Marcellana, gli altri due di Torre del Greco e San Giuseppe Vesuviano) per impedirne l’identificazione e la natura illecita. Il lavoro del procuratore europeo Alberto Pioletti è stato svolto materialmente dalla Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi ha notificato a tutti l’avviso di conclusione indagine.
Nel mirino ci sono quattro finanziamenti, richiesti dall’amministratore unico di un’impresa – un 59enne di Roma – il quale avrebbe paventato una serie di “false” circostanze legate all’operatività dell’azienda. Nel primo caso, l’impresa richiese e ottenne dei finanziamenti previsti dalla legge a sostegno dell’economia nell’emergenza del Covid.
I fondi, stanziati dall’Unione Europea, in questo caso erano pari a 326mila euro. In che modo l’impresa li avrebbe ottenuti: attestando nella domanda di finanziamento condizioni personali e societarie non veritiere, come i fatturati realizzati, il numero di dipendenti, il non aver riportato provvedimenti giudiziari e un falso bilancio di esercizio allegato al resto della documentazione. Nel caso di specie, furono i funzionari del Medio Credito Centrale – Banca del Mezzogiorno a essere tratti in inganno, in quanto concessero la garanzia ma non ottennero poi indietro la restituzione delle rate di finanziamento.
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