Truffa sui permessi di soggiorno: 16 alla sbarra. In sei chiedono rito abbreviato
| di Redazione
Promesse di permessi di soggiorno in cambio di denaro, ma nessun documento consegnato: questa la truffa scoperta dai carabinieri che ha portato all’arresto di sedici persone lo scorso 28 ottobre. Sei di loro hanno scelto di affrontare il processo con rito abbreviato, sperando in uno sconto di pena di un terzo. La prima udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare è fissata per il 20 marzo.
Tra coloro che hanno optato per il rito abbreviato figurano Antonio Della Corte, Fedous Howlander, Giuseppe Fabbiano, Vito Melillo, Giovanna Pesticcio e Vito Pesticcio. Gli altri imputati, invece, compariranno in aula l’11 marzo per il processo con rito ordinario. Tra questi: Roberto De Cesare, ex consigliere comunale, Damiano Druella, Carmine Memoli, Raffaele Corbisiero, Giovanna Castrignano, Cosimo La Brocca, Vito Della Corte, Bruno Ferracane, Anna Magliano e Bruno Scarparo.
A difendere gli imputati sarà un team legale composto dagli avvocati Fausto Vecchio, Nicola Maria Melchionda, Domenico Russo, Davide D’Ambrosio, Giulio Cesare Valiante, Bernardo Borzacchelli e Andrea Satta.
L’indagine ha svelato l’esistenza di un’organizzazione attiva nella Piana del Sele, la quale, grazie alla complicità di datori di lavoro e centri di assistenza, avrebbe falsificato documenti per consentire a cittadini stranieri di ottenere il permesso di soggiorno tramite il decreto flussi e l’emersione dal lavoro irregolare del 2020. Sono state individuate 240 pratiche relative al flusso stagionale, 44 per l’emersione e una per il ricongiungimento familiare, con soli 9 casi di autorizzazione effettiva. I costi richiesti per avviare le procedure si aggiravano intorno ai 3.000 euro per ogni pratica, suddivisi tra datori di lavoro (1.300 euro) e richiedenti (1.500 euro per i flussi stagionali).
Un ulteriore filone investigativo ha poi portato alla scoperta di un incendio doloso avvenuto a Postiglione il 23 marzo 2020. Inizialmente denunciato come un incidente, il rogo ha distrutto un’abitazione assicurata per 1,4 milioni di euro. Le indagini hanno rivelato che l’incendio era stato deliberatamente appiccato da due degli indagati, i quali speravano di incassare il risarcimento.
L’inchiesta, partita proprio dall’incendio di Postiglione, ha consentito ai carabinieri di Eboli di smascherare il più ampio sistema di truffa ai danni degli immigrati, portando alla luce un giro d’affari illecito che sfruttava le speranze di persone in cerca di una regolarizzazione sul territorio italiano.
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