Truffe e maltrattamenti in una struttura per anziani: scatta blitz dei Nas nel salernitano
| di Luigi MartinoIn data odierna, i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (Nas) di Salerno, su disposizione del gip del Tribunale Ordinario di Salerno e su richiesta della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di tre persone legate all’Istituto Europeo per la Terza Età, una struttura situata a Salerno.
Le misure cautelari
- S.S., nato a Montecorvino Rovella (SA) e gestore di fatto dell’istituto, è stato posto agli arresti domiciliari.
- C.K., nata a Schwenningen (Germania), direttrice e vicepresidente del consiglio di amministrazione, è stata interdetta per un anno dal dirigere imprese o ricoprire ruoli direttivi in enti giuridici, oltre che dallo svolgere la professione di operatore socio-sanitario.
- G.A.P., nata a Montefredane (AV), amministratrice di sostegno, è stata sospesa per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio di amministratore di sostegno, tutore e curatore.
L’inchiesta
L’operazione odierna si inserisce in un’articolata indagine avviata dai Carabinieri del NAS, che lo scorso 29 ottobre aveva già portato all’arresto di dieci persone per i reati di maltrattamenti e sequestro di persona nei confronti degli ospiti della stessa struttura.
Le nuove indagini hanno svelato un presunto schema ideato da S.S. per appropriarsi del patrimonio di una donna facoltosa di 86 anni, ospite dell’istituto. Secondo le accuse, l’uomo avrebbe approfittato della fragilità dell’anziana per farle redigere due testamenti olografi che lo designavano come unico erede.
Un ruolo centrale avrebbe avuto l’amministratrice di sostegno, G.A.P., accusata di non aver tutelato la beneficiaria, ma anzi di aver cooperato con S.S., promettendo di fornire una falsa relazione medica in cambio della metà dell’eredità.
Il modus operandi
Le indagini bancarie hanno rivelato ulteriori presunti illeciti. Si ipotizza che G.A.P. abbia sottratto 300 euro mensili dal conto dell’anziana, giustificando l’operazione con false fatture redatte da C.K., direttrice dell’istituto. Queste fatture sarebbero state usate per simulare spese legate alla permanenza dell’anziana nella struttura.
In un’altra presunta frode, S.S. e G.A.P. avrebbero aumentato indebitamente la retta mensile da 1.800 a 2.000 euro, appropriandosi dei 200 euro in eccesso per un totale di 5.400 euro nel periodo analizzato.
Le accuse
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, peculato e circonvenzione di incapaci. Resta fermo il principio della presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.
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