Lettera di un giovane imprenditore
| di Federico Martino I cittadini ed i turisti cilentani hanno accolto di buon grado l’invito del giornaledelcilento.it ed in questi giorni continuano ad arrivare segnalazioni da tutto il Cilento. Quest’ultima segnalazione è di un giovane commerciante camerotano:"Caro direttore del Giornale del Cilento,chi scrive è un giovane che ha intrapreso la strada del commercio nel proprio paese,mentre tutti gli davano del pazzo e gli sconsigliavano di buttarsi in questo tortuoso percorso.
Ho aperto da poco un’attività sul lungomare di Marina di Camerota..
Ecco ….Marina di Camerota,il mio paese,e quando dico “mio” ,intendo sottolineare il campanilismo che sento ,con tutti gli oneri e gli onori che ne comporta.
Marina di Camerota,un paese definito ,fino a qualche anno fa,la stella del Cilento,meta paradisiaca di migliaia di turisti che si mischiavano nel periodo estivo,con gli abitanti del posto,orgogliosi di offrire tutta la loro disponibilità.
Invece da qualche anno,il “mio” paese è diventato invivibile,con delle assurdità e degli astrattismi che potevamo solo ritrovare nei pensieri del miglior Picasso.
Negli ultimi anni si sono succedute amministrazioni di vario pensiero e di vario colore politico,con una sola cosa in comune e cioè trasformare un paese in un caos che tutt’oggi non trova un epilogo.
Si è passati da abusi edilizi a porti rifatti male,da scempi della natura che rovinano il panorama del nostro lungomare,usati si e no 10 volte l’anno,a problemi dell’immondizia mai risolti;
si è passati da manifestazioni,fatte passare come “ecclesiastiche”,che hanno svuotato le tasche del comune e disastrato impianti sportivi,a società di vario genere(nella maggior parte abusive)instituite solo per far arricchire sempre le stesse persone.
Siamo arrivati ad oggi a vivere con un paese che fa di tutto per far scappare via il turista di qualità e accogliere sempre di più quello scadente;
questo grazie alla disorganizzazione generale,partendo dallo stress dei parcheggi, ai prezzi assurdi delle case, tutto questo contornato dalla assoluta mancanza di servizi.
Adesso vengo alla mia attività:
dal primo aprile ho aperto un negozio contro il consenso di tutti,perché volevo a tutti i costi dare il mio apporto, seppur piccolo, al mio paese;
non volevo fare come tanti miei coetanei, che per le ovvie difficoltà, sono partiti per altre città in ricerca di lavoro con tutti i sacrifici del caso;
ho iniziato la mia avventura con tutte le difficoltà economiche ma con tutto l’entusiasmo possibile che la gioventù offre;
ho investito tanto e lotto per effettuare ogni fine mese, tutti i pagamenti che ogni commerciante fa di solito;
ho fatto il massimo sforzo per allestire un attività degna del posto dove è situata;
ma ne ero consapevole e nonostante tutte le difficoltà ero fiero di tutto;
poi le prime stranezze, partendo da un totale abbandono da parte dell’amministrazione nei confronti di tutti i commercianti della mia zona e credo in generale, con una disorganizzazione nelle decisioni che andava a discapito di chi paga le tasse e a favore degli ambulanti e degli abusivi che vengono, incassano e vanno via;
non riesco a capacitarmi come devo combattere contro gli illegali di turno mentre io pago fior fiori di tasse, affitto e tanto sacrificio, mentre arriva chiunque e si piazza con una bancarella e vende qualsiasi tipo di prodotti senza avere un minimo di legalità e quindi imponendo prezzi bassi che solo non avendo tasse, un commerciante può combattere …. questa è concorrenza sleale!
Mi riferisco al mercato, mercatini di turno, bancarelle per le feste patronali e fiere; va bene la tradizione ed il folclore ma tutto ha un limite …
Allora converrebbe a tutti fare in questo modo ed il paese sarebbe un grande mercato illegale …
Addirittura è arrivato il mercato cinese ed è inquietante pensare ad un loro insediamento come è successo a Napoli con la loro mafia(e non esagero perché le grandi cose partono dal piccolo).
Per non parlare poi della strada “via lungomare Trieste”, un tratto che per ovvietà almeno d’estate,dovrebbe diventare isola pedonale, visto l’affluenza di turisti in giro per fare shopping, con bambini e carrozzini; invece anche in questo caso c’è stato il far west, con transenne buttate addirittura in acqua da sopra il molo antistante, oppure rubate o fatte sparire, favorendo così il traffico veloce e soste selvagge non controllate, costringendo le persone ad avere difficoltà ad avvicinarsi alle vetrine.
In riguardo a questo ed ad altri problemi(tipo la situazione rifiuti, etc) io e miei colleghi commercianti abbiamo spesso cercato di sollecitare l’amministrazione chiedendo loro aiuto, ma abbiamo sempre ricevuto i soliti “vedremo”e “in questo momento abbiamo altro a cui pensare”….
solo grazie all’assessore Giosuè Saturno, messosi sempre a disposizione, abbiamo risolto almeno qualche problemino ma è pur vero che una noce sola in un sacco non fa rumore.
In conclusione di questo lungo sfogo mi chiedo tante cose:
ma in che razza di paese vivo?
da chi sono amministrato?
Forse è meglio agire in modo illegale?
Forse è meglio non amare il proprio paese?
Forse è meglio scappare in altri posti?
Forse è meglio chiudere l’attività e non lottare per un progetto?
Forse la mie parole resteranno solo tali e a questo punto non mi resterà che scappare e lasciare tutto allo sbando..
Oppure sperare in S. Domenico che tutto vede e che recita sempre: “MARINA E’ MIA ED IO LA DIFENDO”
Distinti saluti e scusate per lo sfogo!
Adamo Martuscelli "
Il giornale risponde
Caro Adamo, questo giornale ringrazia un giovane imprenditore che rischia, si espone, investe e si mette in gioco, nel suo territorio perchè lo ama. Il ringraziamento è ancora più sentito per la libertà di giudizio che sottende alle tue parole. Molti lettori avranno letto la tua rabbia e la tua denuncia. Tra questi ci sono molti giovani del nostro territorio che vivono i tuoi stessi disagi, le tue stesse preoccupazioni e sicuramente si sentiranno rappresentati in pieno dalle tue riflessioni. Il nostro auspicio è – come tu stesso dicevi – che queste non restino soltanto parole. Vogliamo sperare che i commerianti di Camerota riescano a fare rete, riescano ad incidere verso l’amministrazione, riescano a fare fronte comune, senza dietrologie di appartenenze pseudo-poitiche, mirando all’efficacia di alcune proposte ed al bene collettivo. Crediamo che il tuo spunto di riflessione possa diventare un punto di inizio per un progetto dagli ampi respiri, in accordo con gli altri protagonisti del variegato mondo del commercio, rappresentato da tanti giovani, affinchè rimanere lì, preservare e custodire un territorio possa continuare a rappresentare un valore per il quale vale la pena di investire, scommettere e lottare, nonostante tutto. Grazie ancora per avere scelto questo giornale. Il nostro è un sentito in bocca al lupo per la tua attività e per la tua libertà.
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