Una panchina per cambiare il mondo: i diritti dell’infanzia raccontati dai bambini di Torre Orsaia

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Una panchina per cambiare il mondo: i diritti dell’infanzia raccontati dai bambini di Torre Orsaia

Parte da Torre Orsaia un messaggio potente, universale e necessario. A 35 anni dalla firma della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, gli alunni della Scuola Primaria, alla presenza della dirigente scolastica Maria De Biase, e del gruppo insegnanti, hanno consegnato un progetto speciale al sindaco di Torre Orsaia, Pietro Vicino: una panchina dei diritti, quale simbolo di speranza, impegno e consapevolezza, mostrando come, anche da una piccola comunità, possa partire un segnale forte e incisivo.

La Panchina dei Diritti non è solo un arredo urbano. È un grido silenzioso ma vibrante, un manifesto a colori che richiama l’attenzione di tutti su un principio fondamentale: il diritto all’istruzione, sancito dall’articolo 28 della Convenzione.

Attraverso i colori, l’immagine simbolica e le parole di Malala Yousafzai, la più giovane Premio Nobel per la Pace, alunne e alunni della classe quinta vorrebbero che l’istallazione della panchina servisse a trasmettere a tutti un messaggio importante: i diritti dell’infanzia sono tesori preziosi che devono essere coltivati e protetti, nella consapevolezza che il cammino per la loro piena attuazione è ancora lungo e potrà terminare solo quando, in ogni angolo del mondo, questi diritti verranno garantiti ad ogni bambino e ad ogni bambina.

“Dobbiamo imbracciare i libri e le penne, perché sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo.” E’ la frase scelta dai ragazzi per sottolineare come l’istruzione sia la chiave per costruire un futuro migliore, non solo per loro, ma per tutti i bambini del mondo.

La panchina, destinata a diventare un luogo di riflessione e ispirazione per tutta la comunità, rappresenta un passo concreto in un percorso di sensibilizzazione. Per cambiare il mondo non servono grandi proclami, ma piccoli gesti quotidiani. E a Torre Orsaia, grazie a quei bambini e alla loro panchina, il cambiamento è già iniziato.

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