Una panchina rossa contro la violenza sulle donne: il dono degli ospiti psichiatrici della Sir ai carabinieri di Torre Orsaia

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Una panchina rossa contro la violenza sulle donne: il dono degli ospiti psichiatrici della Sir ai carabinieri di Torre Orsaia

C’è un luogo, in un piccolo paese del Cilento, dove accade ciò che non ti aspetti. Dove chi spesso viene relegato ai margini trova la forza di stare al centro, di parlare al cuore della comunità e di lasciare un segno. È qui che gli ospiti di una struttura psichiatrica hanno realizzato con le proprie mani una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. E, con un gesto che lascia senza parole, l’hanno donata ai Carabinieri.

Una storia di fragilità che si trasforma in forza, di silenzi che diventano un messaggio potente, di mani che, invece di spezzarsi, costruiscono. Umanità.

Gli ospiti della SIR di Castel Ruggero, hanno realizzato la panchina rossa durante il laboratorio di falegnameria con l’infermiere Gerardo Tedesco. Dipinta di rosso, il colore universale della lotta contro la violenza sulle donne, porta con sé un monito: non dimenticare mai le vittime e lavorare insieme per costruire una società più giusta.

La scelta di donarla ai Carabinieri del Comando di Torre Orsaia non è casuale. L’Arma rappresenta sicurezza, sostegno e vicinanza alla popolazione. Con questo gesto, gli ospiti della SIR hanno voluto lanciare un messaggio di fiducia reciproca e collaborazione, dimostrando che la fragilità non è sinonimo di debolezza, ma può trasformarsi in forza e solidarietà.

«Questa panchina è la voce di chi crede nella possibilità di cambiare le cose», ha spiegato la dottoressa Caterina Speranza, referente della SIR. «È un simbolo di rinascita, per chi lotta ogni giorno contro i propri limiti». «Mi hanno chiesto di donarla ai carabinieri del Comando di Torre Orsaia perché sono sempre vicini alla nostra struttura ma soprattutto i primi ad accogliere e sostenere le donne vittime di violenza».

La cerimonia di consegna della panchina, avvenuta il 25 novembre alla presenza degli ospiti della struttura e degli operatori, dell’amministrazione comunale di Torre Orsaia, delle scuole di Torre Orsaia con i docenti e la dirigente Maria De Biase, dei Carabinieri della Compagnia di Sapri e del capitano Francesco Fedocci, delle associazioni e di tanti cittadini, è stata un momento carico di emozione.

Un gesto che dimostra come una comunità possa abbattere barriere e costruire ponti tra mondi che, troppo spesso, restano distanti: quello della salute mentale e quello della società civile, la cui unione non è solo possibile, ma preziosa e necessaria.

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