Una struttura turistica cilentana nel mirino dell’estorsore finito in manette

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Una struttura turistica cilentana nel mirino dell’estorsore finito in manette

I carabinieri del Reparto Territoriale di Vallo della Lucania, su mandato del gip del Tribunale di Salerno, hanno eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Pietro Mele. L’operazione è frutto di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Salerno, che ha raccolto elementi sufficienti per accusarlo di estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso.

Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, sostenute attualmente dal Gip, Mele avrebbe rivolto pesanti minacce nei confronti di un imprenditore cilentano, titolare di una struttura ricettiva di Castelnuovo Cilento. Le intimidazioni, che si sarebbero estese anche ai familiari della vittima, avrebbero creato un clima di terrore, compromettendo la serenità dell’intera famiglia. Le azioni minatorie non si sarebbero limitate a contatti diretti: il sospettato avrebbe sfruttato principalmente i social media per diffondere messaggi intimidatori, arrivando persino a fare riferimento all’uso di armi da fuoco e ordigni esplosivi.

Le ricostruzioni investigative evidenziano inoltre che Mele avrebbe vantato presunti legami con potenti consorterie criminali calabresi, riconducibili alle ‘ndrine, utilizzando queste connessioni per esercitare una pressione psicologica ancora più opprimente sull’imprenditore. La vittima si sarebbe trovata così intrappolata in una logica di sottomissione e omertà, caratteristiche tipiche delle dinamiche mafiose, rendendo particolarmente difficile un’immediata denuncia alle autorità.

L’inchiesta, basata su approfonditi accertamenti tecnici e diverse testimonianze, ha permesso di ricostruire nei dettagli le modalità con cui Mele avrebbe agito. La gravità delle minacce, volte non solo a ottenere vantaggi economici ma anche a mettere in pericolo l’incolumità fisica della vittima e dei suoi cari, ha portato alla contestazione dell’aggravante mafiosa.

L’arresto di Pietro Mele rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nel territorio cilentano e campano. La Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, sempre più impegnata nel monitoraggio delle infiltrazioni mafiose, ha intensificato negli ultimi anni le attività investigative per contrastare fenomeni di estorsione e intimidazione, spesso sottovalutati ma profondamente radicati nelle aree più esposte della provincia di Salerno.

Il caso conferma l’attenzione delle autorità verso una realtà delicata, dove la presenza della criminalità organizzata rappresenta una minaccia concreta non solo per le imprese locali, ma per l’intero tessuto sociale ed economico del territorio.

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