Un’operazione scuote la piana del Sele, sigilli bloccano i cantieri: altri 11 indagati

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Un’operazione scuote la piana del Sele, sigilli bloccano i cantieri: altri 11 indagati

La città di Battipaglia torna al centro di un’inchiesta edilizia che richiama scenari già visti. Nella mattinata di ieri, un nuovo blitz ha portato alla chiusura di diversi cantieri e al sequestro di immobili considerati abusivi. Carabinieri e guardia di Finanza hanno notificato i provvedimenti di sequestro preventivo d’urgenza a undici persone, su ordine dei pubblici ministeri Alessandro Di Vico ed Elena Cosentino. L’accusa principale: edifici costruiti senza le necessarie autorizzazioni.

Le operazioni si sono concentrate su due strutture: un palazzo di sette piani situato all’incrocio tra via Canova e via Belvedere, e un edificio in piazza della Repubblica. Entrambi gli stabili, secondo gli inquirenti, sarebbero stati eretti senza permessi validi. Tra gli indagati figurano due funzionari comunali, Anna Iorio e Daniele Marzullo, e alcuni imprenditori coinvolti direttamente nei progetti edilizi. Tra questi, Adriano Campione, Daniele Ruggiero e Ivan Casillo per l’immobile di via Belvedere, mentre Ezio e Roberto De Sio sono legati a quello di piazza della Repubblica. Anche due progettisti e un imprenditore del settore demolizioni risultano coinvolti nell’inchiesta. In totale, il numero degli indagati sale a 22.

Il blitz ha visto la partecipazione congiunta di diverse forze dell’ordine: i carabinieri della Sezione operativa del Norm di Battipaglia, quelli del Nucleo investigativo di Salerno e i finanzieri locali. Le indagini si concentrano in particolare sul caso di via Belvedere, dove la volumetria dell’edificio sarebbe stata aumentata in maniera non consentita. Il progetto originale prevedeva una cubatura di 364 metri cubi, ma l’intervento edilizio avrebbe portato il volume a 1.437 metri cubi, un aumento di quasi quattro volte rispetto alla struttura iniziale. Secondo l’accusa, il Piano casa, che consente aumenti volumetrici sotto determinate condizioni, non sarebbe stato applicabile a questo caso specifico. Inoltre, la Scia presentata a gennaio 2023 per una presunta ristrutturazione sarebbe stata usata come escamotage per giustificare incrementi volumetrici non autorizzati.

Situazione simile per l’immobile in piazza della Repubblica, dove l’intervento edilizio è stato classificato come “manutenzione straordinaria”, ma ha portato a un ampliamento volumetrico da 549 a 760 metri cubi, con l’aggiunta di un sottotetto. Secondo i magistrati, l’operazione avrebbe dovuto essere inquadrata come una ristrutturazione edilizia o una nuova costruzione, entrambe vietate nella zona in questione.

L’inchiesta, ancora in corso, potrebbe portare ad ulteriori sviluppi, con il rischio di nuovi provvedimenti restrittivi per altri immobili sotto osservazione.

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