Vallo della Lucania, 38enne schiacciato da cancello supermercato: titolare rinviato a giudizio

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Vallo della Lucania, 38enne schiacciato da cancello supermercato: titolare rinviato a giudizio

È stato rinviato a giudizio Daniele Infante, legale rappresentante della società proprietaria del supermercato di Vallo della Lucania dove, il 3 febbraio dello scorso anno, si è consumata la tragedia costata la vita a Ferdinando Tomei, 38 anni, di Ascea. L’accusa per Infante è di omicidio colposo, a seguito della morte dell’operaio rimasto schiacciato dal cancello del parcheggio del supermercato situato in via Badolato. La famiglia Tomei si è costituita parte civile nel processo, decisa a ottenere giustizia per la drammatica perdita. Ora per Infante si apre un processo che lo vedrà come unico imputato alla sbarra.

La tragedia

Quella drammatica sera d’inverno, Ferdinando Tomei, marito e papà, stava chiudendo il cancello perimetrale del supermercato al termine del suo turno di lavoro. Per cause ancora al vaglio degli inquirenti, il pesante cancello si sganciò, travolgendolo e lasciandolo senza scampo. Un impatto violento, determinato dal peso della struttura, che causò la caduta fatale dell’operaio. A lanciare l’allarme fu una passante, insospettita dall’auto di Tomei con i fari accesi e ferma nei pressi del cancello. Sul posto intervennero i carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania e i sanitari del 118, ma per l’uomo non ci fu nulla da fare.

Trasferita all’obitorio dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, la salma fu sottoposta all’esame esterno da parte del medico legale. Confermate le cause del decesso, il corpo fu riconsegnato alla famiglia per l’organizzazione dei funerali.

I funerali e il dolore della comunità

Momenti di profonda commozione si vissero ad Ascea Marina, dove, presso la chiesa Santa Maria di Portosalvo, si svolsero i i funerali di Ferdinando. 

Il processo

L’apertura del processo a carico di Daniele Infante segna un passo nella ricerca della verità e delle responsabilità. Secondo gli inquirenti, il tragico incidente potrebbe essere legato a una mancata manutenzione del cancello o a un difetto strutturale. La famiglia, affiancata dai propri legali, si è costituita parte civile per tutelare la memoria di Ferdinando e fare chiarezza sull’accaduto.

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