Vallo della Lucania, paziente infettato durante intervento: Asl condannata al risarcimento
| di Maria Emilia CobucciDieci anni fa, a metà agosto, il paziente A.P. fu accettato all’ospedale San Luca per cura sanitarie e ricoverato nel reparto di cardiologia del nosocomio vallese. Il paziente fu sottoposto a un intervento chirurgico durante il quale ebbe delle complicanze infettive in sala operatoria oltre a una lesioni vascolare. Per il paziente, le conseguenze furono causa di negligenza medica e di responsabilità dell’azienda sanitaria per i problemi infetti. Per questa ragione citò in giudizio l’Asl di Salerno, ottenendo ragione in primo grado davanti al Tribunale di Salerno.
I giudici hanno condannato in primo grado l’azienda sanitaria a pagare un risarcimento danni non patrimoniale di 330mila euro e di un indennizzo patrimoniale pari a 32.600 euro. L’Asl, in questa sentenza ne è uscita con le ossa rotta perché il Tribunale l’ha condannata anche al pagamento delle spese di lite, quantificate in 20mila euro, più un migliaio di euro per i costi dei consulenti medici. Una sconfitta sotto gli aspetti. Per i legali dell’azienda sanitaria è opportuno fare opposizione alla sentenza, presentando ricorso alla Corte di Appello di Salerno. Stavolta, non avendo figure professionali interne, l’Asl ha dovuto far ricorso a un professionista esterno, selezionandolo tra quelli iscritti all’ordine degli avvocati di Napoli, inserita nella “short list” dell’azienda, che ha presentato, come preventivo, una spesa di poco superiore ai 12mila euro.
Al legale partenopeo spetta il compito di sovvertire la sentenza di primo grado o, almeno, ridurre il passivo che l’azienda si ritroverebbe a pagare con una sentenza sfavorevole di questa portata. Non è un buon periodo per l’ospedale vallese in riferimento ai contenziosi. Per un’altra infezione in corsia, in questo caso letale, l’Asl è stata condannata a pagare un lauto risarcimento ai familiari di un paziente deceduto nel 2008. Il paziente si era stato sottoposto, in seguito ad investimento stradale avvenuto il 10 dicembre 2007, a cure sanitarie presso il nosocomio di Vallo della Lucania dove veniva sottoposto a due interventi chirurgici. A seguito di tali operazioni, l’uomo aveva contratto un‘infezione nosocomiale, la quale ne determinava il decesso mentre era degente nel reparto di ortopedia.
A seguito del decesso del congiunto, i familiari, in qualità di eredi, hanno chiesto la condanna dell’azienda sanitaria e il tribunale di Salerno aveva riconosciuto un risarcimento di 80mila euro per ognuno degli eredi. Anche questa causa è stata appellata lo scorso mese di aprile. Toccherà ora ai giudici del secondo grado valutare se l’Asl ha davvero responsabilità nei due presunti casi di malasanità.
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