Parco archeologico: la manutenzione è carente, le erbacce la fanno da padrone
| di RedazioneSALERNO – Il parco archeologico di Elea-Velia è il più importante del Cilento meridionale. Assieme ai noti scavi di Paestum rappresenta uno dei gioielli del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano; con le sue fortificazioni, i terrazzamenti, il Teatro, le aree sacre, la Porta Rosa e l’Agorà, integra e completa l’offerta turistica culturale più importante del cilento. Ma nell’antica capitale dei Focesi, coloni Greci famosi per la prosperità dei loro commerci, per le «buone leggi» che seppero darsi, nonché per la presenza di una scuola filosofica fondata da Parmenide e Zenone, è allarme malerba.
SULLE SOGLIE INFELICI L’ERBA METTE LE RADICI – L’allarme è di questi giorni primaverili. Le incessanti piogge che hanno caratterizzato le condizioni metereologiche delle settimane scorse e le assolate giornate di sole che le hanno seguite hanno favorito il diffondersi della malerba all’interno dell’area archeologica, che in alcuni settori ha raggiunto dimensioni impressionanti. Ortiche e gramigna, complici una non sempre completa manutenzione del sito archeologico sono spuntate un po’ ovunque, coprendo gran parte delle pavimentazioni soprattutto nelle abitazioni d’età augustea delle insule I e II, quelle prospicenti l’ingresso principale. Stessa situazione percorrendo il lato meridionale al di sotto della Torre Normanna dove sparuti turisti si avventurano tra l’erba alta che arriva fino a cingere i fianchi.
BRIVIDO ALL’INDIANA JONES – Per chi si avventura lungo il percorso meridionale di visita garantito è il «brivido», pur tutto sommato disagio simile a quello che dovettero provare i primi scopritori dell’800, il francese Lenomart e il tedesco Schleuning, che per primi facendosi spazio proprio tra rovi e sterpaglie individuarono nelle possenti e ciclopiche mura le antiche fortificazioni della città perduta di Elea-Velia.
LA DIRETTRICE – «Attualmente la manutenzione del verde nell’area del sito archeologico è di competenza della Regione Campania e non provvederanno prima di luglio – spiega la dottoressa Pinto, dall’Ufficio Scavi – Durante l’anno ci affidiamo alla buona volontà dei volontari della comunità montana che tamponano le situazioni d’emergenza nelle zone più frequentate».
LA CRISI – Notevole è stato il calo di presenza dei visitatori all’interno dell’area degli scavi, continua; si è passati negli ultimi cinque anni da una media che sfiorava le 34.000 presenze annue come nel 2006, alle non appena 29.000 del 2009. L’ultimo resoconto delle presenze fa riferimento ad Aprile 2010 è indica non appena 6242 presenze ma confidiamo nelle gite scolastiche e nel turismo estivo.
«AGORÀ», IL FILM DI AMENÀBAR – «Siamo a velia per visitare la sua Agorà», commenta un gruppo di turisti romani. «Abbiamo visto il film Agorà di Alejandro Amenábar e abbiamo deciso di scoprire Velia; ci interessa soprattutto visitare l’area sacra, l’antica agorà». Ma sull’Acropoli dove li attendono i resti del piccolo teatro greco risalente al IV secolo a.C., e il basamento dell’area Sacra dedicata a Poseidon sono anch’essi fiancheggiati dall’erba alta; il percorso di visita è garantito solo dal calpestio continuo dei turisti.
Antonio Cangiano, corriere.it
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