Verona accoglie 18mila scout per celebrarne i 50 anni: pullman anche dal Cilento
| di Antonio VuoloIn occasione del cinquantesimo dalla fondazione dell’Agesci, 18mila capi scout provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento a Verona, da giovedì 22 fino a domenica 25 agosto, per la route nazionale delle comunità capi Agesci. Vasto il programma di attività sul tema “Generazioni di felicità”.
A portare la propria esperienza e ad animare gli incontri c’è anche una delegazione di capi del gruppo Agropoli I “Bruno Di Luccio”.
L’evento si svolge in occasione dei cinquant’anni dell’esperienza coeducativa aperta a ragazzi e ragazze dagli 8 ai 20 anni e che vede gli educatori scout in un momento di forte coinvolgimento e confronto. Nei quattro giorni di incontri a Villa Buri a Verona, alternati da momenti di servizio e di animazione all’Arena, ci si confronta sui temi più disparati che possano generare felicità attraverso l’azione educativa.
Il fondatore Sir Robert Baden Powell of Gilwell affermava: “Io ho trascorso una vita molto felice e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice…”. Questo pensiero è il tema portante per guardare alle precedenti esperienze, fare tesoro di quelle realizzate sui territori e pensare al futuro. È il senso del puzzle col quale comporre il tangram lasciato alle libere iniziative dei Capi di ciascun territorio perché le forme colorate, potendo combinarsi in infinite geometrie, permettono di dare il senso di tutte le felicità possibili che possano vivere in equilibrio fra loro.
La Comunità Capi dell’Agropoli I ha scelto come tema “Generare la Speranza”, nell’ottica dell’abbattimento delle barriere e dell’accoglienza. Nel confronto offre, infatti, l’esperienza della collaborazione con la locale sottosezione dell’Unitalsi, che da anni coinvolge il gruppo ed ha il culmine nell’evento della Festa al Mare, in cui le persone con disabilità possono vivere una giornata “senza barriere” in spiaggia ad Agropoli, contribuendo a sensibilizzare sul tema non solo le amministrazioni ma l’intera popolazione.
Il “capolavoro” e il video di presentazione che vengono messi in comune a Verona sintetizzano più di qualsiasi slogan l’Irrinunciabile, vale a dire attraverso l’abbattimento delle barriere e l’accoglienza, la Speranza di lasciare il mondo “un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” secondo gli auspici del fondatore.
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