Vessazioni fisiche e morali ai piccoli studenti: maestra condannata al carcere
| di RedazioneUn decennio intero. Tanto è trascorso dai fatti di maltrattamento che scossero la comunità di Olevano sul Tusciano al giorno in cui è stata pronunciata la sentenza di primo grado. La giustizia ha stabilito una condanna a due anni di reclusione, con pena sospesa, per Dora D.R., una maestra nata nel 1956, accusata di aver vessato sei bambini all’epoca di età compresa tra i tre e i cinque anni. La docente, già sospesa dai pubblici uffici all’epoca delle indagini, dovrà risarcire le famiglie delle giovani vittime, con l’importo che sarà stabilito dal Tribunale civile di Salerno.
La sentenza, emessa giovedì sera dal giudice Giuseppe Bosone della Prima sezione penale, rappresenta un primo passo nella definizione di una vicenda dolorosa. Il magistrato si è riservato 90 giorni per il deposito delle motivazioni.
Una condanna per maltrattamenti aggravati
La maestra, difesa dall’avvocato Nicola Naponiello, è stata giudicata colpevole di maltrattamenti in famiglia aggravati, poiché commessi su minori. La scuola, nel quadro giuridico, è equiparata all’ambiente domestico, rendendo ancor più gravi le responsabilità attribuite all’imputata. Nonostante ciò, le attenuanti generiche le sono state riconosciute. La condanna include anche il rimborso delle spese legali sostenute dai genitori delle vittime, rappresentati dagli avvocati Daniele Olivieri e Gennaro Pellegrino.
Fatti risalenti al 2014/2015
Le accuse risalgono all’anno scolastico 2014/2015 e riguardano episodi avvenuti nelle aule della scuola dell’infanzia di via Croce, situata nella frazione di Salitto, la più alta tra quelle di Olevano sul Tusciano. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione locale e coordinate dalla Compagnia di Battipaglia, portarono alla luce un quadro di violenze e vessazioni che sconvolse la comunità.
Secondo l’accusa, l’insegnante utilizzava un “metodo educativo basato sulla coercizione”, infliggendo vessazioni fisiche e morali ai bambini. I piccoli, per i quali la scuola sarebbe dovuta essere un luogo di crescita e serenità, vivevano invece situazioni descritte come “dolorose e mortificanti”. Alcuni sarebbero stati strattonati o colpiti alla nuca, altri sollevati per le braccia o per il colletto dell’uniforme e trascinati fuori dall’aula. Un episodio in particolare ha visto l’insegnante sculacciare un alunno che aveva lanciato oggetti contro una compagna, mentre in un altro caso avrebbe gettato le scarpe di un bambino fuori dalla finestra.
Le denunce dei genitori
Il comportamento dei bambini, che tornavano a casa raccontando quanto accadeva o mimando gesti per chi faticava a esprimersi, ha spinto i genitori a denunciare. Uno degli episodi più significativi è legato a un grembiule strappato durante uno spintone, che ha ulteriormente aggravato le accuse.
Le famiglie, indignate, si sono costituite parte civile, determinando l’apertura del procedimento penale. Durante il processo, però, l’insegnante ha tentato di giustificarsi attribuendo l’esuberanza dei bambini al fatto che provenissero da una frazione isolata, una dichiarazione che ha ulteriormente inasprito il clima in aula.
Un verdetto atteso
Dopo anni di attesa e un iter giudiziario lungo e complesso, è arrivata la condanna. La Procura di Salerno, che ha coordinato le indagini, ha svolto un ruolo cruciale nell’accertamento delle responsabilità. Ora si attende il prosieguo in sede civile per definire il risarcimento dovuto alle famiglie delle vittime, mentre la comunità riflette su quanto accaduto e sulla necessità di garantire ambienti scolastici sicuri per tutti i bambini.
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