Vincenzo Cavaliere si racconta: «Ecco il mio progetto, musica per persone tristi»
| di RedazioneMusica_per_persone_tristi è il nome del progetto solista dietro cui si cela Vincenzo Cavaliere, classe 1992, cantante, compositore e polistrumentista proveniente da Licusati. Il suo progetto musicale spazia dal cantautorato al punk, dal grunge al post-rock, senza limiti di genere. Sarà dal vivo alla vineria Hope di Palinuro venerdì 4 maggio. Per l’occasione abbiamo intervistato la mente dietro al progetto.
D: Ciao: prima di tutto presentati ai nostri lettori.
R: Il mio nome è Vincenzo Cavaliere, ho 26 anni e sono di Licusati (SA). musica_per_persone_tristi è il nome del mio progetto musicale che prende forma dallo strimpellare della mia chitarra.
D: Quando e come nasci, come musicista?
R: Ho sempre amato suonare. Scrivo testi e musiche da quando ho iniziato a suonare la chitarra, dopo averla acquistata alla Ricordi di Bologna durante una gita scolastica e dopo aver imparato le basi nel locale di un mio amico Giuseppe Galato.
D: Parlaci del tuo percorso come musicista.
R: La mia prima band risale al lontano 2006, quando vivevo a Valmontone (in provincia di Roma), dove scoprii il punk. Ci chiamavamo Bad Bload e facevamo cover (Nirvana, Ramones): io suonavo la batteria. Ritornato a Licusati formammo una band potentissima col nome di [!]Dioti dove ero chitarra e voce, esperienza che segnerà per sempre la mia vita artistica. Successivamente ho suonato la batteria in una band con dei ragazzi del mio paese e la chitarra in un duo post-punk schifosissimo insieme a Franco Galato. L’idea o, meglio, l’esigenza di creare un progetto individuale nasce in un pomeriggio di maggio del 2017, quando trovai una tela bianca che apparteneva a mio padre, che da giovane si dilettava nella pittura. La tela era rovinata, aveva delle “ferite” create dal tempo, e nell’osservarla mi ritrovai in essa. Non saprei spiegare i motivi: successe. La vedevo sofferente, triste, segnata dalla vita, come me, e iniziai a dipingere quello che poi è diventato il logo del mio progetto musicale. Una volta finito il quadro, infatti, nel guardarlo mi venne l’ispirazione per un brano, “Tossico”, che al momento è il brano che più mi rappresenta.
D: musica_per_persone_tristi: come nasce il nome del tuo progetto?
R: Il nome nasce per provocare. Personalmente mi piace la musica dalle sonorità tristi, le chitarre distorte, le voci incazzate: mi trasmette gioia. E poi perché sentiamo tutti una tristezza di fondo, sulla quale molto spesso cerchiamo di montare una falsa felicità, forzata dalla rassegnazione, dal dover prendere la vita con positività. Io, nella tristezza, nell’aspetto delle cose per come sono, nella loro realtà molto spesso triste, ci trovo tanta positività, come nella tela del mio quadro, nel quale ho usato le “ferite” che aveva per dare spessore e significato a ciò che rappresenta, senza cucire lo strappo o cercare di nasconderlo con la pittura.
D: Suonerai a Palinuro, alla vineria Hope, venerdì 4 maggio: cosa deve aspettarsi il pubblico dal tuo live?
R: Suonerò male, come ho sempre fatto. O meglio, come il mio cuore fa sempre, poiché è lui che comanda quando suono: la testa entra sistematicamente in una fase di distacco forzato, penso per autodifesa. E farò un bel po’ di “rumore”: mi interessa trasmettere me stesso attraverso la musica che mi piace, e non il contrario.
D: Progetti attuali e futuri?
R: Ho iniziato da poco ad incidere alcuni brani nello studio della The Bordello Rock ‘n’ Roll Band, a Licusati. Vorrei dare vita almeno ad un album, ma non voglio fare il musicista: la musica per me è solo un’amica, mi serve per parlare liberamente con gli altri senza essere preso troppo sul serio; e per divertirmi. Per vivere lavoro nei bar e amo farlo. Il bancone del bar è un posto molto significativo per me, conosci le persone per come sono veramente: quando qualcuno si siede al bancone inconsciamente mette a nudo alcuni propri aspetti molto personali, e mi piace coglierli.
D: Saluta i nostri lettori
R: Ciao a tutti, state tristi.
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