Vino adulterato, 11 arresti e 41 indagati. C’è un cilentano
| di RedazioneSono in tutto 41 le persone indagate nell’ambito dell’operazione del Nas che stamane ha portato all’esecuzione di 11 arresti, di cui 6 in carcere e 5 ai domiciliari, ed al sequestro preventivo di 4 aziende. Sono state anche eseguite 62 perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di imprenditori, operatori del settore vitivinicolo e aziende operanti in Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Nella rete degli inquirenti è finito un imprenditore di Capaccio Paestum.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce, ha fatto emergere un sistema commerciale illecito, gestito con continuita’ gia’ da tempo, da tre associazioni, per alcuni versi complementari fra loro, insistenti nella provincia pugliese. Il sistema posto in essere permetteva di ottenere vino a basso costo successivamente commercializzato come prodotto di qualita’ o addirittura biologico, DOC o IGT attraverso la pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e dalla barbabietola, commercializzate illecitamente in favore di note ed importanti imprese italiane operanti sia sull’intero territorio nazionale che estero. Un metodo illecito di produzione gravemente lesivo della libera concorrenza, sostengono gli inquirenti, inevitabilmente falsata dall’esubero di produzione ottenuta mediante procedimenti fraudolenti di ingenti quantita’ di vini appartenenti a marchi di qualita’ Dop (denominazione origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta), Doc (denominazione origine controllata) ai quali l’Unione Europea ha riconosciuto l’origine geografica, condizionando la qualita’ e la peculiarita’, alle tecniche di produzione tradizionali di un vino.Nell’ambito dell’attivita’ investigativa e’ emerso un altro fenomeno gia’ conosciuto, quello della nazionalizzazione di prodotti UE venduti poi come italiani e addirittura attribuendogli denominazioni d’origine.
In particolare, e’ stata documentata la commercializzazione di vino di origine spagnola poi divenuto vino Doc o Igt italiano e in particolare pugliese. Dall’indagine e’ anche emersa la falsa dichiarazione di produzione di uve atte a produrre vino DOC e IGT commessa tramite aziende agricole di proprieta’ di alcuni degli indagati. L’operazione ha permesso di colpire tre associazioni per delinquere che metteva fuori mercato le aziende concorrenti che ottenevano il vino con le normali e piu’ costose, pratiche enologiche. Le organizzazioni, come scoperto dalle indagini, potevano contare sulla collaborazione di un funzionario dell’ICQRF di Lecce, a carico del quale gli stessi ispettori dell’ente hanno eseguito le indagini denunciando l’illecita condotta alla magistratura, partecipando all’arresto effettuato dai Carabinieri del Nas.
Agli undici arrestati si aggiungono 30 persone raggiunte da avviso di garanzia perche’ indagate a vario titolo. Fra i reati contestati, la falsita’ ideologica commessa dal privato in atto pubblico ed in registri informatizzati, la frode nell’esercizio del commercio, la vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, il riciclaggio e auto riciclaggio, l’attivita’ di gestione rifiuti non autorizzata, fatti di reato commessi, in tutta la Puglia e in diverse localita’ italiane. Nel corso delle indagini e’ stato eseguito un arresto in flagranza di reato e sono stati effettuati sequestri di vino e strutture per un valore stimato di circa 70 milioni di euro.
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