Violenza sulle donne, a Sapri il convegno del Piano di zona con le testimonianze di Fatima e Gabriela
| di Maria Emilia CobucciStop alla violenza sulle donne. A dirlo a chiare lettere ieri mattina presso l’Auditorium “Carlo Pisacane” di Sapri sono stati gli ospiti del convegno organizzato dal Piano di Zona ambito S9 e dal Consorzio La Rada, gestore del Centro Antiviolenza Iris – sportello Pierangela di Sapri. Dopo i saluti istituzionale del Sindaco della città della Spigolatrice Antonio Gentile, che ha definito la violenza sulle donne una piaga sociale che deve essere combattuta con ogni mezzo, a prendere la parola è stata la coordinatrice del Piano di Zona S9 Gianfranca di Luca. A lei il compito di illustrare alcune delle numerose iniziative che il Piano, sempre molto attento alle problematiche sociali inerenti al territorio, mette in campo a favore delle donne maltrattate e vittime di violenza. Anche attraverso il Centro Antiviolenza Iris di Sapri che grazie alla sua coordinatrice Alessandra Ruocco e alle diverse figure professionali presenti al suo interno spesso è attenzionato da casi di violenza che molte donne subiscono soprattutto all’interno delle mura domestiche. Una rete di persone che cerca di tutelare tutte coloro che sono vittime di violenza. Come sottolineato dal Direttore Sanitario dell’ospedale “Immacolata” di Sapri Antonio Claudio Mondelli e dal Luogotenente Pietro Marino, comandante della Stazione dei Carabinieri della Compagnia di Sapri.
Un momento di riflessione importante impreziosito da due toccanti testimonianze. Quella di Fatima, la 27enne afghana ospite insieme al marito e alla figlia di poco più di un anno del Comune di Torre Orsaia grazie al Sistema Accoglienza Integrazione SAI già SPRAR del Ministero dell’Interno. «Lasciare la propria casa, I propri affetti e sogni per un futuro incerto è anche questa una forma di violenza», ha dichiarato Fatina nel corso della sua dettagliata testimonianza. Una famiglia la sua come tante che all’improvviso ha dovuto lasciare la propria terra per scappare in qualsiasi parte del mondo, dove la loro vita però non fosse in pericolo. E in particolare per quanto riguarda la violenza sulle donne Fatima l’ha definita «un residuo di barbarie e ferocia. Un segno di debolezza interiore e mancanza di moralità e logica». Per poi aggiungere che «le donne non sono deboli ma speciali e uniche».
Subito dopo il racconto di Fatima un’altra testimonianza è arrivata da Gabriela Gareffa, la sorella di Pierangela Gareffa uccisa nel 2014 dal marito a Vibonati. «Spero che le donne vittime di violenza si ribellino al primo atto di violenza, al primo schiaffo, alla prima persecuzione – ha affermato Gabriela – E soprattutto spero che denuncino e si rivolgano a questi centri antiviolenza perché sono di grande aiuto. Ti sostengono in tutto grazie alla equipe molto professionale che è presente al loro interno»”. Il convegno si è concluso con l’intervento di due rappresentanti di associazioni a tutela delle donne presenti sul territorio e la proiezione di un video realizzato dal maestro Umberto Iervolino.
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