Zoomafia 2019, 510 indagati per reati contro animali: Cilento zona bracconieri
| di Luigi MartinoOggi a Nola, nel corso del convegno “Zoomafia: il caso Campania”, organizzato dalla Nuova Avvocatura Democratica in collaborazione con l’Unione Giovani Penalisti, al quale ha partecipato anche il dottor Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’osservatorio Zoomafia della LAV, sono stati presentati i dati relativi dell’ultima edizione del rapporto Zoomafia LAV relativi alla Campania.
Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono questi i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2019 “Vent’anni di Antizoomafia”, redatto dal dottor Troiano. Il Rapporto, alla sua ventesima edizione, analizza lo sfruttamento criminale di animali avvenuto nel 2018. L’edizione 2019 del Rapporto Zoomafia ha avuto il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto.
«La Campania si conferma, purtroppo, tra le regioni più a rischio criminalità zoomafiosa. – sostiene Ciro Troiano – I profitti economici legati allo sfruttamento criminale degli animali rappresentano una fonte di guadagno importante per i vari gruppi di delinquenti dediti a tali traffici. Gruppi che estendono la loro azione criminale anche in altre regioni, si pensi al traffico di cuccioli, ai combattimenti tra cani o alle corse clandestine di cavalli».
I dati delle Procure
L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle Procure Ordinarie, e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2018, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Campania le risposte sono arrivate da 8 Procure Ordinarie su 10 (non hanno risposto le Procure di Avellino e di Nocera Inferiore) e da tutte e due le Procure Minorili, quella di Napoli e quella di Salerno.
“Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale – spiega Troiano – si può stabilire che nel 2018 in Campania sono stati registrati 773 procedimenti (il 7,94% di quelli nazionali), con un tasso di 13,24 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e 510 indagati (l’8,74% di quelli nazionali), con un tasso di 8,73 indagati ogni 100.000 abitanti. In pratica ogni 11 ore circa è stato aperto un fascicolo per reati a danno di animali, con una persona indagata ogni 17 ore circa”.
In particolare, per quanto riguarda le Procure Ordinarie:
Vallo della Lucania (SA): 8 procedimenti con 4 indagati per uccisione di animali; 13 procedimenti con 5 indagati per maltrattamento di animali; 4 procedimenti con 1 indagato per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 25 procedimenti con 10 indagati. Rispetto al 2017 i procedimenti sono aumentati +14% (da 22 a 25), e gli indagati del +25% (da 8 a 10).
Benevento: 39 procedimenti con 5 indagati per uccisione di animali; 50 procedimenti con 64 indagati per maltrattamento di animali; 3 procedimenti con 2 indagati per uccisione di animali altrui; 11 procedimenti con 6 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 20 procedimenti con 8 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 123 procedimenti con 85 indagati. Rispetto al 2017 si è registrato un aumento del +66% dei procedimenti, passando da 74 a 123, e un aumento del +124% degli indagati che sono passati da 38 a 85.
Napoli: 70 procedimenti con 4 indagati per uccisione di animali; 79 procedimenti con 54 indagati per maltrattamento di animali; 1 procedimento a carico di ignoti per uccisione di animali altrui; 28 procedimenti con 22 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 19 procedimenti con 17 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 197 procedimenti con 97 indagati. Rispetto al 2017 si è registrato un aumento del +1,5% dei procedimenti, che sono passati da 194 a 197, mentre il numero degli indagati è diminuito del -39%, passando da 158 a 97.
Napoli Nord: 12 procedimenti a carico di ignoti per uccisione di animali; 50 procedimenti con 44 indagati per maltrattamento di animali; 1 procedimento con 1 indagato per uccisione di animali altrui; 10 procedimenti con 5 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 22 procedimenti con 24 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 95 procedimenti con 74 indagati. Rispetto al 2017 si è registrata una diminuzione del -6% dei procedimenti (nel 2017 furono 101) e una diminuzione del -57% degli indagati (nel 2017 furono 171).
Nola (NA): 11 procedimenti con 5 indagati per uccisione di animali; 21 procedimenti con 12 indagati per maltrattamento di animali; 1 procedimento a carico di ignoti per uccisione di animali altrui; 11 procedimenti con 9 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 22 procedimenti con 21 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 66 procedimenti con 47 indagati. Rispetto al 2017 si registra una diminuzione del -10% dei procedimenti (passati da 73 a 66) e una diminuzione del -22% degli indagati (da 60 a 47).
Salerno: 23 procedimenti con 7 indagati per uccisione di animali; 21 procedimenti con 16 indagati per maltrattamento di animali; 4 procedimenti con 4 indagati per uccisione di animali altrui; 11 procedimenti con 6 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 14 procedimenti con 14 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 73 procedimenti con 47 indagati. Rispetto al 2017 c’è stata una diminuzione del -16% dei procedimenti (da 87 a 73) e del -19% degli indagati (da 58 a 47).
Santa Maria Capua Vetere (CE): 20 procedimenti con 17 indagati per uccisione di animali; 38 procedimenti con 27 indagati per maltrattamento di animali; 1 procedimento a carico di ignoti per spettacoli o manifestazioni vietati; 1 procedimento a carico di ignoti per uccisione di animali altrui; 9 procedimenti con 16 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 31 procedimenti con 25 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 100 procedimenti con 85 indagati. Rispetto al 2017 si registra un aumento del numero dei procedimenti del +3% (passati da 97 a 100) e del numero degli indagati del +15% (passati da 74 a 85).
Torre Annunziata (NA): si registrano solo 7 procedimenti con 8 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e rispetto al 2017 c’è stata una flessione del -80% dei procedimenti (da 35 a 7) e del -83% del numero degli indagati (da 48 a 8).
Nel 2018 nell’ambito territoriale delle otto Procure che hanno risposto, rispetto al 2017, si è registrata una sostanziale stabilità del numero dei procedimenti, appena 3 in più, mentre c’è stata un’importante flessione del numero degli indagati del -26%.
“Bisogna considerare che in generale sono di più i reati denunciati a carico di ignoti che quelli registrati a carico di autori noti. Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati – continua Troiano. L’auspicio è che una accresciuta consapevolezza e conoscenza di questi fenomeni illegali, possa favorire una attività investigativa e di contrasto sempre più efficace, perché il radicarsi dei fenomeni zoomafiosi nella società, o in aree di essa, è una minaccia purtroppo reale”.
Per quanto riguarda la Giustizia Minorile, presso la Procura per i Minorenni di Napoli è stato registrato un procedimento per uccisione di animali con un indagato e due procedimenti con 8 indagati per maltrattamento di animali, mentre alla Procura minorile di Salerno non sono stati registrati fascicoli per reati contro gli animali. «È preoccupante il fatto che solo nell’ambito della competenza territoriale della Procura per i Minorenni di Napoli si registri il 10% dei procedimenti e il 24% degli indagati del totale nazionale – continua Troiano. – In un tessuto sociale a rischio criminalità, infatti, la violenza contro gli animali si intreccia con altre forme di violenza».
Tra le varie emergenze zoomafiose, viene segnalata quella dei combattimenti. Pit bull tenuti in esasperate condizioni di cattività in allevamenti abusivi, addirittura in recinti costruiti in aree pubbliche. Cani trovati con vistose ferite da combattimento o, addirittura, morti. Va segnalato il fatto, però, che nel corso dell’anno in esame (2018) non sono state registrate significative azioni di contrasto.
A seguire le corse clandestine di cavalli: ogni tanto si scoprono piste “clandestine” per allenare cavalli da corsa. Nella zona di Licola, Giuliano, Pozzuoli, Cuma. Si tratta di piste aperte in luoghi isolati, alcune anche con stalle costruite con materiale di fortuna dove sono tenuti gli stessi cavalli che sgambettano sulla pista. Su Internet circolano numerosissimi video di corse clandestine organizzate in Campania. Nel 2018, secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, 10 cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Gare svolte negli ippodromi di Aversa (3 cavalli), Napoli (6 cavalli) e Pontecagnano Faiano (1 cavallo). Acido Salicilico, Cobalto, Diossido di Carbonio (TCO2), Idrossimepivacaina, Ketoprofene, Methenolone, Testosterone, Xilazina e 16 Beta Idrossi Stanozololo (metabolita Stanozololo): queste alcune delle sostanze trovate nei cavalli da corsa in Campania.
Nella regione è molto attivo il traffico di cuccioli dall’Est. Diverse inchieste e sequestri hanno individuato vere e proprie centrali di importazione e smistamento di cani. Si tratta di strutture e personaggi nevralgici per il traffico con collegamenti nazionali ed esteri. Migliaia i cani che vengono trafficati ogni anno. Diversi i processi, sebbene nel 2018 non siano state registrate notizie di reato per tale fenomeno.
Armi clandestine, mezzi vietati, caccia a danno di specie protette o in periodo non consentito, traffico di fauna selvatica, furto venatorio, sono solo alcuni dei modi in cui viene esercitato il bracconaggio nella regione. La cattura e il traffico di uccelli rivestono i caratteri di attività pianificata e organizzata. Tra le zone più a rischio bracconaggio si contano le isole, la Terra dei Mazzoni, il Litorale Domitio, la Penisola Sorrentina, il Cilento, la Piana del Sele.
Infiltrazioni malavitose anche nel comparto ittico, nella pesca di frodo e nel controllo dei mercati. Raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, pesca illegale di tonno rosso e pesce spada, impianti di mitilicoltura abusivi, frutti di mare raccolti in acque inquinate, sono solo gli aspetti più noti dell’illegalità nel settore della pesca in Campania.
In ambito zootecnico si registrano mattatoi abusivi, animali allevati senza documentazione, bovini non iscritti all’anagrafe e sprovvisti di marche auricolari, assenza dei registri di carico e scarico dei medicinali, aziende zootecniche e allevamenti sequestrati. In provincia di Salerno è presente il problema dei bovini vaganti lasciati abusivamente a pascolare senza controllo. Sono state svolte diverse iniziative coordinate dalla Prefettura in tal senso.
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